“Ogni donna che viene uccisa è troppo. Ma bisogna fare anche l’inverso: ogni donna che non viene uccisa è un fatto positivo”.
Oggi è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne: devo quindi ringraziare la ministra Eugenia Roccella per essere ancora viva.
Risparmiata da quei maschi che secondo un altro ministro, Carlo Nordio, la parità non ce l’hanno nel dna.
Non cominciate a dire che è una fake perché c’è la registrazione, non fate finta di non sapere che questa persona è ministra della famiglia e delle pari opportunità, è tutto vero. Lo so, ci si può chiedere se siamo nel 2025 o forse un centinaio di anni prima, o forse nell’alto medioevo, ma invece accade adesso, oggi.
Sia chiaro, la frase sarebbe agghiacciante pronunciata da chiunque, ma che un membro del governo, una donna delle istituzioni ci inviti a salutare come positivo il fatto che non ci ammazzino è semplicemente aberrante. Cosa ci state chiedendo, esattamente, di festeggiare se sopravviviamo ad un violento?
A questo punto siamo? Al punto che la violenza più grave nei confronti delle donne viene da un governo che delle donne ha una concezione non solo patriarcale, ma antistorica, e che sia guidato da una donna non ci interessa affatto e credo che dobbiamo trovare il coraggio di dirlo e denunciarlo in modo più netto e più forte soprattutto oggi, che ricordiamo le centinaia di donne di ogni età uccise da uomini che ancora si sentono padroni della vita di una persona dell’altro sesso.
La libertà delle donne è misura della democrazia, non è azione di sopravvivenza. Almeno nel mondo civile.
