L’attualità di Lenin Intervista con Luciano Canfora

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Com’è possibile che, a oltre un secolo dalla morte, si parli ancora di Lenin? Perché una figura così intensa, complessa e controversa riscuote ancora tanto interesse in un Occidente che ha dichiarato guerra alla Russia? Quando parliamo di guerra, ci teniamo a precisare che ci riferiamo non alla guerra guerreggiata, quella degli eserciti, quella di aggressione che vediamo in Ucraina o che abbiamo visto dal 2014 al 2022 nel Donbass, bensì a una guerra  culturale che ha investito artisti, scrittori, musicisti e quel vasto mondo della conoscenza e del sapere che, storicamente, ha sempre gettato ponti là dove la peggior politica erigeva muri.
Ne abbiamo parlato con il professor Luciano Canfora, appassionato di questioni sovietiche e autore del saggio “Il testamento di Lenin. Storia segreta di una lettera non spedita” (Fuoriscena editore), in cui si ripercorre uno dei passaggi meno noti ma più importanti della Russia post-Rivoluzione d’ottobre, mettendo in risalto i rapporti, a dir poco burrascosi, fra i suoi principali protagonisti.
Nell’opera, Canfora si avvale delle corrispondenze dell’epoca di Salvatore Aponte, autore di ritratti, apparsi sul Corriere della Sera fra il ’26 e il ’29, che illustrano meglio di ogni possibile analisi la realtà rivoluzionaria dell’epoca. In un articolo intitolato “L’antagonismo dei capi”, ad esempio, Aponte scrive: “Già nel 1915 Lenin e Trozki discussero se sarebbe stato possibile creare il socialismo nella sola Russia. <<È possibile>> affermava Lenin, <<perché la Russia possiede tutto quanto occorre alla costruzione d’una completa società socialista>>. Ma Trozki lo negava: il socialismo avrebbe potuto trionfare in Russia, paese a grande maggioranza contadina, ed economicamente e politicamente arretrato, solo quando la rivoluzione fosse avvenuta su una scala internazionale”.
A completare il volume è una raccolta di articoli dello stesso Trockij, apparsi sul Corriere fra il febbraio e il maggio del ’29. Ed è interessante riflettere, come abbiamo fatto con Canfora, sulla singolare pubblicazione di una personalità di questo livello in un’Italia in pieno fascismo, con la stampa sottoposta a una censura ferrea e gli oppositori spediti in carcere o al confino.
Un’analisi profonda e intensa, dunque, che ci restituisce una figura cruciale della storia del Novecento e un dibattito politico-culturale di sorprendente vitalità. Infine, uno sguardo sul presente e sul futuro attraverso le riflessioni, mai banali, di uno dei più importanti intellettuali del nostro tempo.

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