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La memoria del Governo sul caso Almasri slitta ancora. Le Ong: assurdo!

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Il Governo Meloni chiede ed ottiene una nuova proroga per l’invio alla Corte Penale Internazionale della sua memoria difensiva sulla mancata consegna del torturatore Almasri, il generale libico cui fu concesso di tornare nel suo Paese anziché procedere con l’esecuzione dell’ordine di cattura internazionale. Si tratta della seconda proroga dei termini che scadevano, appunto, alle 16 di oggi (22 aprile). Eppure le cose da chiarire sono davvero tante e quella memoria potrebbe tracciare per la prima volta gli spostamenti del militare nonché fornire le motivazioni che furono alla base delle scelte del Governo italiano, mai chiarite, neppure dalla relazione del Ministro della Giustizia al Parlamento. Ma perché il Governo italiano non riesce a consegnare quella memoria? La Corte aveva già sottolineato che non sarebbe stato tollerato un rinvio solo dilatorio, quale sembra essere quello richiesto questa volta, seppure sia stato accettato. La Corte ha chiesto all’Italia di presentare “le sue osservazioni in merito alla mancata consegna” del generale libico Njeem Osama Elmasry Habish meglio conosciuto come Almasri in seguito al suo arresto avvenuto il 21 gennaio scorso a Torino. E nello stesso documento sempre la Corte Internazionale aveva sottolineato che non sarebbe stato consentito “un rinvio indefinito di questo procedimento” e che l’Italia “è fortemente incoraggiata a presentare le sue osservazioni il prima possibile”.

Da Roma già il 17 febbraio avevano chiesto una proroga affermando di “non essere attualmente in grado di presentare osservazioni in merito, in quanto sono stati avviati procedimenti nazionali e le sue autorità sono tenute a rispettare il segreto istruttorio”. La Corte Penale Internazionale sottolinea che i procedimenti dinanzi alla Corte “non possono essere condizionati da procedimenti nazionali”, tuttavia, “prendendo atto della disponibilità dell’Italia a proseguire il dialogo”, era stata presa la decisione di concedere “una proroga fino al 22 aprile 2025, alle ore 16” per presentare le sue memorie difensive sul caso.

La Camera preliminare I della Corte aveva accolto  la richiesta dell’Italia di prorogare il termine per la presentazione delle sue osservazioni fino alla conclusione dell’istruttoria nazionale in corso avviata dal Tribunale dei ministri, in quanto “la determinazione dell’eventuale mancata cooperazione di uno Stato con la Corte è indipendente da qualsiasi procedimento nazionale, in particolare da quelli avviati dopo che la questione è stata esaminata dalla Camera”.

Il nuovo termine per la consegna della memoria è fissato per il 6 maggio. Nel frattempo, è attesa entro il 29 aprile la decisione del Tribunale del ministri che ha aperto un fascicolo d’indagine sulla premier Giorgia Meloni, sul sottosegretario Alfredo Mantovano e sui ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi.

Per altro verso le organizzazioni che si occupano di diritti umani criticano aspramente in queste ore la richiesta di ulteriore proroga perché essa contribuisce a far slittare l’accertamento della verità  sulle torture del generale e sulle eventuali coperture in Italia.


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