Da Roma già il 17 febbraio avevano chiesto una proroga affermando di “non essere attualmente in grado di presentare osservazioni in merito, in quanto sono stati avviati procedimenti nazionali e le sue autorità sono tenute a rispettare il segreto istruttorio”. La Corte Penale Internazionale sottolinea che i procedimenti dinanzi alla Corte “non possono essere condizionati da procedimenti nazionali”, tuttavia, “prendendo atto della disponibilità dell’Italia a proseguire il dialogo”, era stata presa la decisione di concedere “una proroga fino al 22 aprile 2025, alle ore 16” per presentare le sue memorie difensive sul caso.
La Camera preliminare I della Corte aveva accolto la richiesta dell’Italia di prorogare il termine per la presentazione delle sue osservazioni fino alla conclusione dell’istruttoria nazionale in corso avviata dal Tribunale dei ministri, in quanto “la determinazione dell’eventuale mancata cooperazione di uno Stato con la Corte è indipendente da qualsiasi procedimento nazionale, in particolare da quelli avviati dopo che la questione è stata esaminata dalla Camera”.
Il nuovo termine per la consegna della memoria è fissato per il 6 maggio. Nel frattempo, è attesa entro il 29 aprile la decisione del Tribunale del ministri che ha aperto un fascicolo d’indagine sulla premier Giorgia Meloni, sul sottosegretario Alfredo Mantovano e sui ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi.
Per altro verso le organizzazioni che si occupano di diritti umani criticano aspramente in queste ore la richiesta di ulteriore proroga perché essa contribuisce a far slittare l’accertamento della verità sulle torture del generale e sulle eventuali coperture in Italia.