La morte di Papa Francesco ha destato nella destra una sorta di finto rispetto per lo scomparso. I fautori di un ritorno alle consuetudini preconciliari, con veri osanna a personaggi religiosi pressoché reazionari, oggi si sono dichiarati amici del Papa progressista. Certi politici non le usano, sono loro vere e proprie “fake news”. Il travisamento e la menzogna impersonificati.
Nell’ultima visita a Trump il Meloni ha raggiunto l’apice della bugia. Parlando in italiano ha definito Putin un invasore, immediatamente si è auto tradotta riferendo, in inglese, che stava invece auspicando l’unità dell’occidente. L’interprete ha taciuto, per fortuna del presidente italiano.
L’incredibile è che la visita al pregiudicato di Mar a Lago è avvenuta subito dopo che il Trump aveva preannunciato che i governanti europei sarebbero venuti a Washington a baciarlo… Da far rilevare che il termine triviale usato dal presidente americano è paragonabile (o peggio) al “baciamo le mani” che un tempo era in uso nella mafia italo-americana. Del resto, Trump è un palazzinaro che ha avuto sempre bisogno del contatto con il territorio e con chi lo controlla effettivamente. Molti fascisti sono mafiosi e quasi tutti i mafiosi sono fascisti. In quanto la “ragione sociale” della mafia è creare diseguaglianze e ottenere l’impunità. Potrebbe definirsi Mafiascismo.
Altro presidente è Putin che è ritenuto da Trump un buon amico, in quanto l’autocrate russo è stato molto “vicino” al palazzinaro, tramite il KGB. Inoltre, non meglio precisati “fondi russi” sono giunti in soccorso di alcune attività immobiliari del notissimo personaggio. Ecco spiegato il giudizio demolitorio su Zelesky, definito dagli Usa addirittura a minor livello morale del russo invasore. Basterebbe un poco di sano riciclaggio e la politica Usa potrebbe prenderlo a benvolere.