Il tavolo di Trump e Meloni è riccamente imbandito di simpatia, affinità e complimenti, ma di ‘’ciccia’’ ce n’è poca: un invito a Roma per parlare di Europa e (forse) con l’Europa; un impegno vago ad aumentare le spese militari (leggi: acquisto armi americane) e qualche battuta sull’Ucraina che non appassiona. La Meloni se ne va sorridente, ma con il peso di essere definita la migliore in Europa, da chi viene considerato il peggiore per l’Europa.
Questa ‘’operazione simpatia’’ può far superare l’insulto rivolto agli europei di essere parassiti e incidere sulla riduzione dei dazi? No. Il favolone con cui Trump ha vinto le elezioni è che chiedendo il pizzo agli europei, la classe media in rovina sarebbe uscita dalla povertà. Presto i licenziati dai capannoni chiusi e arrugginiti (”rust belt”) si accorgeranno della truffa e capiranno che la colpa del loro declino non è degli emigranti in casa o dei cinesi sui mercati, ma dei miliardari con cui hanno saccheggiato il potere, senza che quelli spartissero il bottino. E allora Trump perderà molti amici e prima che il gallo canti, qualcuno dirà persino di averlo sempre criticato.