Giornalismo sotto attacco in Italia

La libertà di informazione vale solo un miliardo di euro?

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La Commissione europea ha comminato una multa (definitiva e non recuperabile) di oltre un miliardo di euro all’Ungheria per l’inottemperanza a punti cruciali previsti dalla Relazione sullo Stato di diritto recentemente (luglio 2024) varata: spicca il mancato rispetto della libertà di informazione.

Si tratta di una riduzione cospicua delle risorse previste dai Fondi di coesione e chissà che accadrà per il resto dei finanziamenti previsti, perché anche su altri argomenti il cielo non è sereno.

Il Paese di Orban è da molto tempo nel mirino delle istituzioni europee, è vero. Si potrebbe commentare, dunque, che niente di nuovo si muove sotto il sole. Attenzione, però. L’Italia potrebbe presto ritrovarsi nelle stesse condizioni.

Non dimentichiamo, infatti, che Ursula von der Leyen, pur di ottenere i voti della destra italiana per la sua elezione alla presidenza dell’Unione, tenne nel cassetto il capitolo italiano, salvo renderlo noto all’indomani del “tradimento” di Giorgia Meloni.

La Rai è sottoposta al controllo del potere esecutivo e i suoi amministratori sono scelti senza i criteri di merito e di selezione previsti dall’European Media Freedom Act, non esiste una disciplina adeguata sul conflitto di interessi, le normative antitrust sono deboli e facilmente aggirabili, il precariato dilaga.

Ecco. Come da tempo avverte Articolo21, l’Europa potrebbe intervenire pesantemente sul governo di Roma e stupisce il silenzio generalizzato su tale rischio.

Intendiamoci. Non ci auguriamo una messa in mora. Auspichiamo, piuttosto, che finalmente si riapra la stagione delle riforme, a partire da quella sulla Rai ora incardinata timidamente nella competente Commissione del Senato.

Negli anni andati il nostro mondo si divideva tra il sogno americano e la Russia post-rivoluzionaria. Manhattan e Mosca sembrano sostituite ora da Budapest. Ma senza neppure i fasti dell’impero austro-ungarico.

Insomma, un po’ di Musk (genio incompreso, dice la premier) e un po’ di Orban. Con gli algoritmi che incombono.

E no, non ci stiamo: chiediamo all’universo progressista di mobilitarsi. Ora, non c’è tempo. La Costituzione è laicamente sacra.

 

 


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