Oggi a Londra il verdetto su Julian Assange. In gioco la libertà di stampa

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Oggi a Londra il verdetto sul caso Julian Assange. E nel pomeriggio a Roma conferenza stampa alla FNSI per commentare a caldo la sentenza.

“SOS! Lanciamo l’allarme per il 20 maggio, data della nuova udienza per Julian Assange.” Così aveva postato su Instagram la moglie Stella, chiedendo ai suoi sostenitori nel mondo di raggiungerla davanti all’Alta Corte britannica a Londra  oggi oppure di manifestare ognuno nella propria città.
Il verdetto finale sulla richiesta di Assange di fare appello contro l’estradizione negli Stati Uniti doveva avvenire il 21 febbraio, il primo fatidico “Giorno X”.  Ma, a causa della richiesta della Corte di acquisire ulteriori documenti, è stata rinviata al 26 marzo e adesso al 20 maggio. Questa volta sembra quella buona.A Roma c’ stato un presidio ieri davanti al Pantheon in piazza della Rotonda, organizzata dai gruppi Free Assange Italia e Free Assange Roma.  Un attivista, indossando la maschera di Assange, è rimasto seduto in una cella disegnata col gesso sul pavimento, minuscola (3m x 2m) quanto quella londinese in cui il fondatore di WikiLeaks si trova imprigionato da oltre cinque anni, pur senza condanna.Per tornare alle iniziative di queste ore, dalle 15 alle 16.30, i due gruppi terranno una conferenza stampa presso la Federazione Nazionale della Stampa Italia, in via delle Botteghe Oscure 54 (primo piano), per poter commentare a caldo il verdetto che si dovrebbe sapere nel primo pomeriggio. Vincenzo Vita, garante dell’Articolo 21, modererà. Un Livestream sul canale youtube.com/@StellaAssange consentirà ai giornalisti presenti in Sala di sentire in tempo reale, con traduzione consecutiva, anche le reazioni di Stella Assange, all’uscita dal tribunale.

Tornando all’SOS di soccorso lanciato da Stella in questi giorni, la sua supplica di restare vigili durante l’udienza londinese trova una giustificazione obiettiva nel poderoso documento rilasciato da Amnesty Internazional lo scorso 3 maggio, intitolato: “Gli impedimenti all’accesso all’udienza di Julian Assange gettano un’ombra sulla trasparenza della giustizia britannica.”

 L’ONG, impegnata nella difesa dei diritti umani, ha rilevato infatti una serie di abusi avvenuti nelle udienze precedenti, augurando che non si ripeteranno questa volta.

“Amnesty International è profondamente amareggiata,” recita l’introduzione del documento, “a causa dei notevoli ostacoli che il suo team e altri osservatori hanno incontrato nel tentativo di monitorare le udienze nei tribunali del Regno Unito nel caso di Julian Assange. Tali impedimenti comprendono ostacoli all’accesso ai posti in aula o in tribunale; l’esclusione dalla visione dei procedimenti online tramite livestream; difficoltà tecniche con la qualità dell’audio durante l’intero procedimento; istruzioni confuse e contraddittorie da parte dell’amministrazione giudiziaria; personale di sicurezza ostile e aule di giustizia di dimensioni insufficienti per un caso di tale rilevanza internazionale.” Il documento poi sottolinea “l’incapacità assoluta” delle autorità britanniche “di riconoscere il ruolo vitale che svolgono gli osservatori giudiziari” nei processi.


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