Cagliari il 20 marzo in piazza con un unico grido: “Libertà per Ilaria”

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Una cinquantina di adesioni da parte di associazioni di base, culturali, organizzazioni sociali e politiche; oltre millecento sostenitori sulla pagina facebook. Questa la risposta compatta che sta ottenendo l’organizzazione della manifestazione indetta per domani a Cagliari per chiedere la liberazione di Ilaria Salis, l’insegnante antifascista che sta subendo una disumana detenzione in un carcere di massima sicurezza a Budapest. Arrestata l’anno scorso con l’accusa di aver preso parte ad un’aggressione contro un gruppo di nazisti e fascisti si è sempre proclamata innocente. Le autorità ungheresi la stanno trattando come una pericolosa criminale a cui impongono catene e manette e alla quale hanno fatto mancare in prigionia beni essenziali, anche per l’igiene personale, come ad esempio gli assorbenti.

Ad organizzare la manifestazione, alla quale ha dato la sua adesione anche Articolo 21 Sardegna, una schiera di ex studenti del liceo “Siotto Pintor”, compagni di scuola del padre di Ilaria, Roberto, che si sta battendo come un leone per chiedere almeno un trattamento più umano per la figlia, come ad esempio la concessione degli arresti domiciliari.

Sarà proprio Roberto Salis a chiudere, il 20 marzo, la manifestazione che si svolgerà a partire dalle 18.00 nella piazza Garibaldi. Domani, un giorno simbolicamente molto importante perché ricorrerà il trentesimo anniversario dell’assassinio in Somalia della giovanissima giornalista Ilaria Alpi, del TG3 della Rai, e del suo operatore Miran Hrovatin. Le due Ilaria, espressione di quell’indomito coraggio delle donne che con le loro battaglie cercano di migliorare il mondo.

Così come l’oscura vicenda di traffici illeciti su cui stava indagando Ilaria Alpi nella quale in qualche modo sembrava coinvolta anche l’Italia, su cui la giornalista cercava di far luce, anche la storia di Ilaria Salis sta servendo a tenere la luce accesa su quel regime autoritario, solo apparentemente democratico, imposto all’Ungheria da Orban. Regime sul quale non è capace di intervenire l’Europa pretendendo almeno il rispetto dei valori civili, politici e umani su cui si regge la comunità dei paesi europei, né il governo italiano, cauto, timido, quasi silente. Un po’ come il comportamento di ignavia tenuto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul caso Regeni, nell’incontro avuto proprio nei giorni scorsi con il presidente egiziano Al Sisi. Tra i tanti temi trattati, non una sola richiesta sui torturatori e assassini di Giulio, peraltro già individuati dalla giustizia italiana.

Domani da Cagliari si leverà un altissimo grido a sostegno della liberazione di Ilaria Salis, una cittadina italiana per la quale tutti i sostenitori scendono in campo per chiedere che almeno venga sottoposta ad un giudizio sereno, non falsato dalla volontà punitiva per un reato che nel nostro Paese sarebbe minore e che in Ungheria rischia di procurare ad Ilaria una pesante condanna.


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