Saviano e gli altri. L’aggressione dei politici potenti contro l’informazione in Italia

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Era difficile peggiorare la condizione in cui versa la libertà dei giornalisti italiani e la quantità di informazione che arriva ai cittadini. Questo Ddl ci è riuscito, approvato in Commissione Giustizia del Senato, il testo approderà nell’Aula di Palazzo Madama martedì 13 novembre e ha tutta l’aria di essere la resa dei conti finale contro i giornalisti. Per comprendere la portata del disegno di legge di cui si sta discutendo è inevitabile una radiografia, perlomeno tecnica se non di merito, delle querele per diffamazione che vengono presentate ogni anno in Italia. E da chi. E su quali articoli. Nell’ultimo periodo è aumentato pericolosamente il numero delle querele bavaglio, così appellate perché la quasi totalità di esse è soggetta ad archiviazione o interviene l’assoluzione e dunque si può dire che siano finalizzate più ad intimidire e a bloccare l’uscita di notizie che non alla reale tutela dei presunti diffamati. E’ in aumento, vertiginoso, anche il numero dei ministri e dei parlamentari che presentano querele temerarie, ossia riferite a fatti riscontrati dagli autori degli articoli. Si è arrivati perlato anche all’annuncio di querela preliminare alla pubblicazione, quando è noto che il reato eventuale si consuma con la pubblicazione. Di seguito riportiamo alcuni dei molti casi recenti, solo i più famosi.

Il Presidente del Senato Ignazio La Russa ha annunciato una querela contro la trasmissione Report che ha firmato un’inchiesta giornalistica sull’ascesa della famiglia dalla Sicilia a Milano.

Il sottosegretario all’economia Claudio Durigon ha querelato il quotidiano Il Domani per un articolo sulla condanna di Simone Dimarcantonio, un sindacalista entrato nell’Ugl quando c’era anche Durigon, e condannato appunto per estorsione.

Il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha annunciato una querela contro il quotidiano Il Domani per un articolo sui contratti con il gruppo Leonardo.

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha querelato lo scrittore Roberto Saviano per una frase pronunciata in tv in relazione alle politiche migratorie. Il 12 ottobre è stato condannato dal Tribunale di Roma ad una pena pecuniaria.

La Ministra del Turismo Daniela Santanché ha annunciato querela contro il quotidiano Il Fatto che aveva svelato le anomalie delle sue società. Testualmente aveva detto : “Mi arricchirò con le querele”.
Ogni giorno decine di amministratori querelano giornalisti assai meno famosi che raccontano le storie indicibili della corruzione e della collusione dell’Italia profonda e lo fanno a spese, quasi sempre, delle casse pubbliche.
Di questi dati non vi è traccia nella discussione sul Disegno di  legge che passa per essere “una buona riforma”. Per chi?

(Nella foto Roberto Saviano, che con la recente condanna è diventato il simbolo degli effetti deleteri delle querele bavaglio)

 


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