All’Asinara tra natura e cultura

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Portare un Festival culturale su un’isola aspra, disabitata, esposta al sole e alle intemperie, ma dove “…ogni andare è un ritornare” (Carlo Levi). E’ stata questa la sfida intrapresa 18 anni fa dall’Associazione CineArena che ha aperto alla cultura l’isola dell’Asinara – Parco Nazionale e Area Marina Protetta, di fronte a Stintino, punta estrema del Nord Ovest della Sardegna, con il Festival ‘Pensieri e Parole – libri e film all’Asinara’

“Un tempo luogo da cui era impossibile fuggire, l’isola appare oggi, paradossalmente e soprattutto per i sardi, un luogo nel quale è difficile andare. Pensieri e parole contribuisce a modificare questa percezione di inaccessibilità. Il pubblico che fa la fila per l’imbarco, lungo quel tratto di mare che un tempo preludeva a un lungo non-ritorno, che passeggia lungo i sentieri del parco, che siede a sera di fronte allo schermo cinematografico e dibatte di storie e personaggi con sceneggiatori, critici, registi e scrittori, ha accolto quell’idea” scrive il Direttore Artistico Sante Maurizi sul sito web dell’iniziativa.

Una sfida completamente riuscita, stando almeno al riscontro del pubblico che negli anni è stato sempre numeroso nelle due o tre serate in programma in uno dei luoghi più belli del Mediterraneo, un vero e proprio scrigno naturalistico incontaminato in cui, una volta giunti, si viene catapultati in una dimensione arcaica abitata unicamente dai tipici asinelli bianchi, dai mufloni, dai falchi pellegrini, in cui è l’uomo ad essere l’ospite. Un ospite, che sin dall’arrivo su questa terra dall’apparenza aspra e inospitale, non può ignorare di trovarsi in un ‘luogo non suo’, dalla bellezza smagliante eppur fragile che vive in un precario equilibrio tra ambiente e natura che deve essere a tutti i costi rispettato.

Ma torniamo al festival.

L’edizione 2023, oltre alle due serate del 22 e 23 luglio, organizzate a Fornelli-Asinara, prevede altri 7 appuntamenti nel nord della Sardegna.

Come negli anni precedenti, anche questa edizione ha ospitato la ‘biblioteca ideale’, una vetrinetta in cui gli ospiti arrivati sull’isola possono lasciare un libro, con tanto di dedica e motivando le ragioni della scelta, quasi si trattasse del libro da portare su un’isola deserta che andrà a far parte della futura o futuribile ‘biblioteca dell’Asinara’.

Le serate si sono quindi snodate in un continuum di musica, libri e film che hanno una forte connessione con il territorio. La serata dello scorso 23 luglio si è aperta con le ‘Canzoni del Supercarcere’ affidate all’interpretazione di Daniela Cossiga, Gabriele Cau, Pablo Vilches e di Bandito – giovane espressione del cantautorato sassarese. La memoria dell’esperienza carceraria in un luogo di detenzione fra i più noti e carichi di suggestioni dell’Italia intera è risultato particolarmente impattante. “Perché l’Asinara è natura, flora, fauna, paesaggio. Ma anche memoria: il supercarcere, i grandi boss, i terroristi, il 41-bis. Non è possibile percorrere l’isola senza sentire presenti le storie umane di cui sono testimoni muti i corridoi, le celle, i muri, i parlatori: memorie di patimenti da una parte e dall’altra delle inferriate” scrive ancora Maurizi nel presentare il festival.

A seguire, la presentazione del libro di Marco dell’Omo ‘I fuggitivi’ edito da Nutrimenti, il racconto di un bambino catapultato all’Asinara per il lavoro del padre, un’esperienza che spiazza e può condizionare il divenire, rimescolando le carte di una esistenza vissuta fra le opzioni di “apertura” e “chiusura”.

La musica ha quindi fatto ritorno sul palco sulle note dello storico gruppo storico etno-pop-folk rock sardo, I Tazenda, tra suggestioni antiche e presenti, che hanno concluso la loro esibizione con il loro brano forse più noto: “Spunta la luna dal monte”, che ha visto il coinvolgimento nel coro di tutti i presenti. La manifestazione si è quindi conclusa con la proiezione del film del regista Giorgio Amato, cresciuto nella vicina Porto Torres, “Lo sposo indeciso”, alla presenza dello stesso regista e del protagonista, Gianmarco Tognazzi, che lo hanno introdotto al pubblico presente.

Il festival, come ci ha raccontato il suo direttore artistico, Sante Maurizi, “è nato con l’idea di creare una continuità tra la terra ferma e l’isola, proponendo, all’interno della programmazione, un continuum tra prodotto editoriale e prodotto cinematografico”. La maggiore età rappresenta però un momento di svolta, anche per un festival e Maurizi per il futuro non ha dubbi “L’obiettivo è quello di creare una Summer school sulla comunicazione dei cambiamenti climatici di cui il festival andrà a rappresentare il momento conclusivo e di presentazione del lavoro svolto dai ragazzi”. Un progetto ambizioso, di sicuro interesse, che speriamo possa vedere la luce già nell’estate 2024.


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