Consiglio dei Ministri guasta-Festa del lavoro

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Più precarietà, meno dignità. Questo in sintesi il risultato più eclatante del Consiglio dei Ministri guasta-Festa del lavoro. I pochi euro prelevati dalla riduzione del cuneo fiscale, vengono sottratti non al profitto, ma alle entrate necessarie per finanziare le tutele del lavoro.  A questa alluvione di precarietà si somma il dramma di chi viene lasciato senza il reddito di cittadinanza. E degli occupabili, che devono accettare un lavoro fisso ovunque o – se a termine – entro 80 chilometri. Tradotto: è irrinunciabile un part-time che preveda la pendolarità fino a Km 160 al giorno!

Insomma, dilaga la piaga del lavoro povero, mentre la rendita è sotto tassata e l’evasione incoraggiata. Una pacchia per padroni e padroncini senza scrupoli; angoscia ammazza-sonno per chi si troverà senza protezioni. Nel dramma c’è almeno un elemento di chiarezza per chi aveva archiviato la distinzione destra/sinitra: per la destra lo sfruttamento è normale; per la sinistra, uno scandalo che si risolve con la lotta. Quando si inizia?

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