Tina Anselmi e quelle domande scomode rimaste senza risposta

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La democrazia è molto esigente con chi non partecipa direttamente alla vita politica: anche a loro chiede un’assunzione di responsabilità personale e non ha bisogno di cittadini disimpegnati, la marginalità è pericolosa” scrive Tina Anselmi nel libro di memorie scritto insieme all’amica Anna Vinci nel quale invita gli italiani  a recuperare la voglia, il gusto, l’impegno  politico. Invita soprattutto i giovani a esserci per difendere la democrazia,” un sistema politico nel quale non ci si può adagiare. Dobbiamo sceglierla ogni giorno”. Parole di una attualità stringente in questo momento storico, con una guerra in Europa e un ‘Italia guidata per la prima volta da un governo di destra centro. Il libro Storia di una passione politica  esce ora, ristampato da Chiarelettere con una prefazione di Dacia Maraini  ed è  il racconto di una vita vissuta con l’ intensità e l’impegno di una donna cattolica  che ha attraversato i periodi bui della storia italiana, dalla dittatura del fascismo con la tragedia della guerra mondiale,  al terrorismo culminato con il rapimento di Aldo Moro,  segretario del suo partito,la DC, sino allo scandalo della loggia P2 che gli ha spalancato l’abisso    Un viaggio sconvolgente che Tina Anselmi ci fa fare  nella storia d’Italia,nei suoi scandali e nei suoi misteri: dalla sua nascita nel 1927 in una famiglia numerosa e solida nei valori in un Veneto poverissimo, a quando si batte contro il fascismo  come  staffetta partigiana con il nome di battaglia di Gabriella, sino alla sua nomina a ministro, prima donna a ricoprire tale  carica nella storia della Repubblica Italiana. Ci prende per mano aprendoci il cuore alle sue passioni,ma soprattutto alle sue inquietudini che non si sono mai placate dopo il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro segretario della DC,il suo partito, ma anche  dopo il suo incarico come presidente della commissione d’inchiesta sulla P2 l‘inquietante  loggia segreta massonica della quale sappiamo ancora troppo poco e che aveva nel suo programma quel piano di rinascita che ambiva a sovvertire l’ordine del nostro paese  “ con alcuni ritocchi alla Costituzione” . Conosciamo solo alcuni degli iscritti in quegli elenchi trovati a casa di Licio Gelli a Castiglion Fibocchi, ci spiega l’Anselmi, ma ce ne sono tanti altri rimasti coperti. “E’ molto grave  che sia rimasta a tutt’oggi un’area coperta e, in tal modo, si possa continuare ad esercitare un gioco di ricatti tra coperti e scoperti”.Tina Anselmi si pone molte “domande scomode ma necessarie. Siamo sicuri, si chiede che dell’azione piduista, che costituì un motivo di minaccia per la nostra democrazia, non resti più nulla? “E che giudizio morale dare  di coloro che in quegli anni di avvalsero dell’iscrizione alla P2 per sviluppare i loro affari il loro potere e non sottostare a quelle regole alle quali erano sottoposti gli altri cittadini?”  Tina Anselmi  mette in guardia da chi vorrebbe cambiare la nostra Costituzione, per la quale ha combattutto la Resistenza.  “A tutti coloro che si affannano nell’opera di revisionismo storico vorrei dire che c’è un modo giusto di pretendere il rispetto di tutti i morti, senza distinzione di fede politica( e senza per questo tralasciare il giudizio di condanna nella Storia per coloro che hanno creduto nella mostruosità  del nazifascismo e hanno sperato nella sua vittoria):  questo modo è rispettare la Costituzione nata dalle ceneri della guerra e della lotta partigiana, da quei giorni di dolore, di sacrificio, di lutto degli italiani”. Sui tanti misteri che accompagnano purtroppo la storia italiana, Tina Anselmi  afferma:“La verità possono cercarla solo quelli che hanno la capacità di sopportarla”.  l’Italia – si chiede.- non è ancora  un paese  in grado di sopportare la verità?Arriverà mai il tempo per il nostro paese di essere maggiorenne in democrazia?


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