Media e coesione sociale, il metodo possibile. A Roma il corso di formazione

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Mettere al centro il ruolo dell’individuo e il suo desiderio di contribuire al benessere della società attraverso la formazione di narrazioni mediatiche riconciliati. È stato questo il tema centrale della tavola rotonda “Media e coesione sociale:idee di identità collettiva, dalla Costituzione ad oggi“ svoltasi mercoledì 29 marzo a Roma nella sala della Chiesa Metodista.

Il corso per giornalisti, organizzato dalla Comunità Bahá’í d’Italia, Articolo 21 e dalla Rivista e Centro Studi “Confronti” ha visto la partecipazione di circa 60 giornalisti e gli interventi di Elisa Marincola (Portavoce Articolo 21), Enzo Nucci (Inviato speciale esteri Tg3, già corrispondente Rai dall’Africa), Maria Paola Nanni (Centro studi e ricerche IDOS) e Paola Barretta (Carta di Roma e Osservatorio Pavia). La conversazione portata avanti durante la tavola ha riflettuto su come la ricchezza culturale e religiosa del nostro Paese, frutto di cambiamenti che hanno interessato il Paese in questi decenni, nasca dalla pluralità delle provenienze che sempre più caratterizzano la demografia italiana. Questa diversità, è stato evidenziato, è una risorsa per la società italiana e il ruolo dei media è sempre più quello di imparare a descrivere la complessità dei cambiamenti sociali in atto mettendo al centro le grandi potenzialità di ogni individuo.

Per fare questo, l’informazione ha bisogno di una lettura della realtà concreta e vera. Le parole possono essere come pietre e possono innalzare muri, ma se accompagnate da una attenta ricerca della verità, da numeri, indagini e parole ponderate, possono invece essere strumenti per costruire ponti. È importante per i giornali usare gli strumenti a disposizione con consapevolezza senza creare allarmismi che possano generare disinformazione e creare straniamento rispetto ai grandi cambiamenti che stanno attraversando la società italiana. Per questo è emersa l’importanza, sempre più significativa, di riconoscere come anche i giornalisti di origine migrante, la loro professionalità e le loro competenze possano permetterci di scardinare pregiudizi e a arricchire la narrazione e la comprensione dei profondo processi di trasformazione nel Paese.

È importante come la sempre più eterogeneità della società italiana sia rispecchiata nel portare assieme segmenti diversi della popolazione per avviare una conversazione assieme sulla salute del discorso pubblico sulla coesione sociale. Il potere dell’informazione nel sollevare temi sociali importanti sta proprio nel riconoscere le sfide legate alla coesione, nel raccontare le realtà più diverse, e aiutare così la percezione che le istituzioni hanno di ciò che avviene nel Paese.


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