Presidente Meloni a Londra. Giornalisti italiani (e loro colleghi stranieri) esclusi da Downing street

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Giornalisti italiani (e loro colleghi stranieri) esclusi da Downing street nella prima visita ufficiale della presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Londra nei due giorni scorsi. Lo raccontano ad articolo21 colleghi italiani presenti per coprire l’evento.
Prima il mistero sui dettagli della visita, che invece  di solito sono noti e condivisi con grande anticipo.
Poi la “sorpresa” sulla prevista conferenza stampa a Downing Street in occasione del bilaterale tra Meloni e il premier britannico Rishi Sunak. I giornalisti italiani in un primo momento hanno ricevuto l’invito ma sono stati avvertiti che non sarebbero state consentite domande, ma poi alla fine sono stati lasciati fuori dalla celebre porta del n10 di Downing Street. Ai giornalisti è stato solo inviato un video dei due premier, senza possibilità di domande, malgrado dopo i bilaterali tra capi di governo sia di solito prevista e rispettata da Downing street la tradizionale conferenza stampa coi cronisti.
La Meloni non ha voluto seguire neanche la tradizione di un punto stampa in Ambasciata per incontrare i giornalisti italiani, ha riferito un collega. Che anzi ha evitato accuratamente.  Perfino al ricevimento in Ambasciata di venerdì, dal quale – pare per volere esplicito di Palazzo Chigi – i giornalisti italiani a Londra sono stati esclusi, salvo poi essere invitati in extremis la sera prima con poche ore di preavviso.
Su diversi media sono, infine, presenti i video di Meloni che esce dall’incontro con Sunak e rifiuta anche di fermarsi a rispondere ai cronisti italiani lasciati in strada, che nel frattempo avevano saputo della bocciatura del Def a Montecitorio a causa dell’ assenza dei deputati della destra.
“Un allarme giustificatissimo” commenta Giuseppe Giulietti, coordinatore di Articolo21. “Le conferenza stampa sono comizi, il potere di qualsiasi colore non tollera più le domande sgradite. Forse croniste e cronisti dovrebbero decidere di non raccontare più questi eventi e condannare al silenzio gli imbavagliatori, Italia compresa”.

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