Russia dell’arte, Russia della guerra

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Ventun anni, carnagione candida, un perentorio ciuffo biondo. Poi si siede alla tastiera del pianoforte e costruisce un’atmosfera magica sulle note prima di Rachmaninov, poi di Tchajikovskji e Metner. Ovazione del teatro lirico di Cagliari a cominciare dagli orchestrali. Si chiama Alexander Malofeev, moscovita, primo concorso vinto a 13 anni, ora ha già tenuto concerti in tutti i continenti, suonato con le più importanti orchestre e i più osannati direttori.
Dopo l’emozione, una riflessione. Ma possibile che un leader politico possa scegliere di far indossare ai coetanei di questo ragazzo divise mimetiche e costringerli ad impugnare armi, comandare terribili strumenti di distruzione di teatri, scuole, di uccisione di bambini, donne, anziani, piuttosto che utilizzarli con tutte le loro capacità per trasmettere al mondo la straordinaria ricchezza culturale e umana di un Paese come la Russia?
Musica, letteratura, danza, teatro, tutte espressioni d’arte amate nel mondo, quasi dimenticate per colpa della pioggia di missili che si abbatte quotidianamente sull’Ucraina. Poi può succedere di assistere ad un concerto come quello tenuto a Cagliari da Alex Malofeev e ti chiedi come è possibile che la guerra debba prevalere su questo, che la Russia della guerra debba far parlare quotidianamente di sé, oscurando tutto quello che sul piano delle emozioni, della gioia, dell’arte ha saputo dare e continua a dare all’umanità.
Ma qualcuno degli interlocutori di Putin ha provato a fargli fare una riflessione su questo? Ha provato a dimostrargli quanto sarebbe più potente nel mondo l’influenza sua e del suo Paese se invece dei missili usasse i tantissimi messaggeri di umanità e cultura di cui dispone? Se qualcuno l’ha fatto, perché non lo ha raccontato?
Alex Maloeef, grazie alla sua bravura, ha riproposto con forza il tema, proponendo la grandezza dei compositori suoi conterranei e dimostrando quale formidabile livello di formazione è in grado di dare la scuola musicale russa e moscovita in particolare.
Perché non mettere a disposizione del mondo tutto questo, invece di costruire barriere di terrore e di inimicizie?


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