Perché TFnews dice NO a “Qatar2022“

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TFnews dice NO a “Qatar 2022”, dice NO all’evento che arricchisce chi rinnega i valori della vita e dello Sport. Un’affermazione e una presa di posizione chiara e inequivocabile, condivisa con tutti i colleghi della Redazione e che risponde alle seguenti  domande: È giusto giocare un mondiale di calcio in un paese dove,  per costruire gli otto stadi in cui si disputeranno i vari incontri e per i quali sono stati  investiti oltre  170 miliardi, sono rimasti vittime delle morti bianche oltre 6100 operai, assunti abusivamente senza contratto, senza alcuna garanzia previdenziale?  È giusto giocare un mondiale di calcio in un Paese in cui l’omosessualità è considerata un reato e la condizione della donna è tra le peggiori di quelle presenti nei Paesi dell’integralismo islamico?

In quanto italiani, pur con la delusione di aver subito l’eliminazione della nostra Nazionale di  Calcio dalla più importante  competizione  mondiale, dobbiamo essere, viceversa, orgogliosi di non poter partecipare ad una competizione sportiva che arricchisce e vorrebbe conferire prestigio al regime di uno Stato in cui sono storicamente e reiteratamente documentati crimini di ogni genere contro l’umanità, contro le minoranze, contro le disuguaglianze. Uno Stato apparentemente  modernissimo e molto abile nel tenere ben nascosto un regime che commette continue violazioni dei diritti civili, almeno  sino a che è stato possibile tenerle celate alla pubblica opinione. Ma, oggi, grazie a “Qatar2022”, sono emerse  e si sono manifestate gravemente lesive anche dei valori universali dello Sport.

Non ne siamo del tutto convinti, ma vogliamo pensare che l’opinione pubblica mondiale, probabilmente preoccupata e distratta da eventi emergenziali  devastanti che l’hanno colpita in questi ultimi tre anni, come la pandemia, la guerra in Ucraina, la crisi economica globale, è come se si fosse accorta in ritardo della scelta scellerata degli organizzatori che hanno accolto e approvato la location qatarina come sede della più importante competizione calcistica mondiale e sta reagendo con le proteste che si levano da più parti.

Troppo tardi e soprattutto sarà un caso?

Ma va detto che la FIFA non è la prima volta che abbia affidato la massima competizione del calcio mondiale a un regime liberticida: avvenne in Argentina nel 1978,  quando i Mondiali di calcio servirono a conferire gloria e prestigio al regime autoritario della Giunta sanguinaria dei suoi Generali. Poi fu la volta nel 2018 della Russia, ma, andando indietro di quasi un secolo, un precedente ha riguardato anche l’Italia, perché nel 1934 il Mondiale lo organizzò addirittura il Duce Benito Mussolini.

Dunque, sorge anche il sospetto che le odierne e tardive manifestazioni di dissenso, ora che il momento del calcio d’inizio si avvicina, sono da una parte legittime, ma anche strumentali e un po’ ipocrite. Il ritardo con cui si levano  i dissensi,   lascia pensare che protestare oggi, a cose fatte, è più facile perché non implica gravi conseguenze per uno Stato con il quale,  altri Paesi nel mondo,  hanno stretti vincoli di interessi economici e commerciali. 

C’è, comunque,  chi ha deciso di rinunciare alle offerte dal regime qatarino,  come stanno facendo,  ad esempio, alcuni artisti che hanno declinato gli inviti a suon di compensi milionari per andare in Qatar a prestare il proprio volto. Ma c’è anche chi, animato da uno spirito  meno solidale,  ha deciso pragmaticamente di partecipare ed esibirsi rinunciando al compenso. Così, a parte le dure critiche sollevate nei confronti del mondiale da Fiorello, hanno rinunciato a prendere parte ai vari momenti di intrattenimento previsti dall’evento, la cantante Dua Lipa e Rod  Stewart.

Ma nella vita la pecunia spesso vince sui sentimenti, sull’etica e sui valori della vita, e attira anche i più forti, così che c’è anche chi ha accolto con piacere l’invito della Federazione qatarina a metterci la faccia, come  David Beckham, ex capitano della nazionale inglese, che è addirittura stato assoldato come ambasciatore dell’evento. Insieme a lui hanno ceduto al soldo anche Robbie Williams e Shakira, accompagnati dai Black Eyed Peas e per finire la rapper Nicky Minaji, dopo che lei stessa ha annunciato di essere parte attiva in Qatar, esibendosi nella cerimonia di apertura.

C’e’ da augurarsi che la nostra Nazionale si astenga dal presenziare alla competizione, ma, a volte,  la testa e il cuore sembrano sconnettersi dal reciproco binomio fisiologico che li lega e magari accade che al dolore del cuore per i 6100 lavoratori abusivi morti, prevalga la logica che vorrebbe sempre più lo Sport  chiudere un occhio e obbedire più alle leggi del mercato che ai valori sui quali si fonda la sua stessa storia.

Per queste ragioni la Direzione e  la Redazione di TFnews hanno deciso unanimemente di non coprire giornalisticamente nessuno degli eventi sportivi e di intrattenimento in programma, e darà invece il necessario  risalto a tutte le eventuali manifestazioni di protesta che si leveranno contro “Qatar2022”.


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