L’insospettabile litorale romano dominato dalla ‘ndrangheta, tra inchieste, silenzi e rancori

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Il 17 febbraio del 2022 per molti resterà una data storica: sono le 3 di notte quando i carabinieri eseguono le ordinanze di custodia cautelare a carico di 65 persone, tutti uomini del clan Gallace e della locale di Santa Cristina d’Aspromonte di Anzio e Nettuno. L’inchiesta denominata “Tritone” colpisce pesantemente il clan Gallace – Madaffari e delinea il reticolo dei rapporti con diversi esponenti delle amministrazioni di Anzio e Nettuno. Molti pensano che le organizzazioni criminali dopo la maxi inchiesta tengano un “profilo basso” evitando di attirare l’attenzione degli investigatori. Invece non è così: in pochi mesi vengono messi a segno attentati incendiari, due tentati omicidi ai danni di un esponente delle mafie foggiane, Antonello Francavilla, e del figlio a Nettuno. Infine il tentato omicidio di un sud americano da tempo “radicato” nell’importante piazza di spaccio di corso Italia, che è in mano agli Spada-Di Silvio. La vittima disegnata viaggiava in auto, con due donne e due bambine. Quando un commando a bordo di uno scooter lo affianca e spara numerosi colpi di pistola sono le 3 di mattina del 4 giugno. Erano passati pochi giorni da un servizio di “Piazza Pulita” su  La 7 nel quale era stato mandato in onda un lungo reportage di Albero Nerazzini sui rapporti tra mafia e politica nel litorale. Dopo la trasmissione molti cittadini ed ex consiglieri comunali avviano la caccia, sui social, a chi ha parlato con il giornalista Nerazzini, si cerca la spia o l’infame che ha “osato” rompere il muro di omertà e raccontare quello che ad Anzio e Nettuno “anche le pietre “ sanno, ovvero che le mafie lì prosperano da decenni. Qualcuno arriva persino a fare irruzione nel circolo PD di Anzio e a scrivere che la consigliera Lina Giannino è una spia dei carabinieri.

Tutto questo mentre è ancora libero uno dei latitanti più importanti dell’inchiesta “Appia” su Antonio Gallace, classe ’63, detto Michael Jackson perché da giovane aveva un look simile a quello della star afro – americana. Antonio Gallace deve scontare 22 anni di carcere per associazione di tipo mafioso e associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico. Antonio è una delle figure storiche del clan, fratello di Vincenzo, il mammasantissima che ordinò l’eliminazione del capo della locale Lombardia, Carmelo Novella, fratello di Agazio Gallace (detenuto per 416 bis sempre per il procedimento ‘Appia’), germano di Bruno Gallace (arrestato nell’inchiesta Tritone e condannato in primo grado nel processo Magma a 20 anni di carcere) e di Cosimo Gallace (in carcere dopo una latitanza di un anno e la condanna per associazione mafiosa nel processo Appia). Michael Jackson è un criminale con forti radici nel territorio romano con amicizie importanti, tra alcuni imprenditori molto inseriti nei contesti economici del litorale e della capitale. Imprenditori “poco chiacchierati” con uno spiccato interesse per la politica. Ad Anzio però c’è anche chi dice no, chi ha il coraggio di parlare delle mafie. “Il silenzio è mafia” è lo slogan della manifestazione organizzata dalla Rete NoBavaglio il 27 febbraio ad Anzio. Un appuntamento a cui hanno partecipato giornalisti, studenti, associazioni, ma soprattutto tanti cittadini comuni che hanno voluto far sentire la propria voce contro le mafie. Quella manifestazione non sarà l’ultima, ne verranno altre, tocca ora allo Stato fare del tutto per colpire le organizzazioni mafiose sui territori e i loro legami con una parte della classe dirigente, tocca ora anche alle vittime denunciare e rompere “il muro” dell’omertà.


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