MUBI. “Prayers for the stolen”, una preghiera laica per le bambine vittime dei narcos

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In un villaggio messicano di contadini costretti dai trafficanti di droga a lavorare nei campi di papaveri da oppio, un rischio mortale incombe sulle bambine che stanno per sbocciare: quello di essere rapite dai narcos, che contendono alla polizia il dominio sul paese, per essere avviate alla prostituzione. Le madri non hanno altri mezzi per sottrarre le adolescenti al sequestro se non tentare di contenerne per quanto possibile la nascente femminilità, tagliando i lunghi capelli neri che le caratterizzano o addirittura nascondendole sottoterra ad ogni incursione dei banditi.

Il film, il cui titolo inglese suona come Preghiere per il rapito, in spagnolo è Noche de fuego, è tratto dall’omonimo romanzo di Jennifer Clement che racconta la storia di tre amichette, e fra loro Anja, graziosa tredicenne e quindi la più esposta al pericolo di un sequestro, che vivono la loro tristissima giornata assistendo inermi alla violenza delle bande criminali. Come tutte le adolescenti hanno ben altri sogni da inseguire, ma il tempo si esaurisce nel lavoro nei campi ad incidere il pericarpo dei papaveri per estrarne il lattice usato nella produzione di eroina e cocaina. I primi piani delle tre giovani interpreti, attori alcuni presi dalla strada, altri professionisti da noi affatto noti, sono quanto di più espressivo si possa ottenere dal volto di una ragazzina coperta di stracci che ha visto i suoi lunghi capelli neri finire sul pavimento di un’improvvisata parrucchiera di paese. Un dramma della povertà, della violenza, del degrado sociale ed umano, che denuncia la spietatezza dei trafficanti di droga nella pressocché totale inutilità degli sforzi del mondo civile per combattere un fenomeno che sta condizionando un’epoca.

Il film, che segna l’esordio nel lungometraggio della documentarista Tatiana Huezo Sanchez, salvadoregna naturalizzata messicana, è stato scelto a rappresentare il Messico alla prossima edizione dei premi Oscar, dopo aver vinto una menzione speciale al Festival di Cannes nella prestigiosa sezione Un certain regard.

Un film-documento di rara efficacia su un tema, la guerra ai narcos, visto da un oscuro avamposto nella boscaglia, fra quelle che sono le prime vittime del dramma planetario della droga, senza compiacimenti hollywoodiani, né i muscoli di un eroe di turno. Una preghiera laica per la dignità rubata alle giovani vittime, personaggi dietro i quali si nascondono vere storie di vita.

Dal 29 aprile sulla piattaforma MUBI


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