La camorra non si ferma mai: l’intimidazione a don Patriciello e il “caso” Arzano

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C’è una battaglia che ignora la guerra, la criminalità organizzata continua a mostrare i muscoli, a mettere bombe, a inviare messaggi intimidatori a far valere la sua forza sul territorio difficile di Napoli e Caserta. E lo dimostrano due episodi avvenuti a distanza ravvicinata in Campania. A Caivano almeno due persone, per ora ignote, hanno piazzato un ordigno di media dimensione alla base del cancello d’ingresso pedonale della parrocchia di San Paolo Apostolo di don Maurizio Patriciello. Una sfida aperta per l’impegno che il parroco del Parco Verde ha profuso in questi ultimi giorni nel denunciare i camorristi di Arzano che hanno trasformato la sua città, Frattaminore, in un campo di battaglia con l’esplosione di sei bombe e ben tre stese. da anni don Patriciello si batte contro la Terra dei Fuochi e gli effetti devastanti sulla salute soprattutto dei bambini. E’ odiato dalla camorra in un territorio dove i clan stanno mettendo in campo, di nuovo, il loro potere intimidatorio. Non si potrebbe interpretare altrimenti quanto accaduto ad Arzano dove al comandante della Polizia Municipale, Biagio Chiariello, è stata attribuita la scorta per decisione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in seguito all’ultimo episodio, risalente alla scorsa settimana. Sul muro interno dell’autoparco del Comando era stato fatto trovare un finto manifesto funebre con cui si annunciava la morte del colonnello e una scritta dal tono intimidatorio: “Qui stiamo Arzano no a Frattamaggiore qui ad Arzano casino non ci piace”.

 


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