Le pressioni sui dissidenti in Bielorussia vere e proprie persecuzioni

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Le pressioni sui dissidenti in Bielorussia assumono le forme che sfidano il buon senso.
Le organizzazioni umanitarie bielorusse negano aiuto ad un ex prigioniero politico rimasto senza i mezzi di sostenimento. Motivo ufficiale: tutti i fondi sono stati utilizzati per i migranti bloccati al confine polacco. Lo riporta la testata indipendente Radio Svaboda.
L’attivista Aliaksei Ramanau ha finito di scontare la reclusione ed è stato liberato 23.11.2021. Ha il cancro ed è disabile. Prima dell’incarcerazione riceveva la pensione di invalidità che è stata sospesa quando è stato arrestato. Per il momento le autorità non hanno sbloccato l’erogazione della pensione con il pretesto che la struttura penitenziaria non ha ancora inviato i documenti necessari per fare la pratica.
Per sopravvivere, Ramanau si è rivolto alle organizzazioni umanitarie che operano nella sua città, Homel. Ha incassato un’amara delusione. La Croce Rossa ha riferito che tutti i fondi sono stati utilizzati per aiutare i migranti al confine. Il Centro dei servizi sociali ha dato la stessa risposta. Quando Aliaksei ha espresso il dissenso con la situazione, l’assistente gli ha consigliato, senza nascondere il tono beffardo, di “andare dai migranti e chiedere aiuto là”.
Nel 2020 Aliaksei Ramanau aveva fatto volontariato per la campagna elettorale di Sviatlana Tsikhanouskaya. È stato condannato ad un anno di reclusione per il discorso pronunciato ad una manifestazione. Il giudice ha deciso che Aliaksei aveva offeso l’onore dell’autoproclamato presidente Aliaksandr Lukashenka.

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