“L’uomo che vendette la sua pelle”, storia di un rifugiato tatuato ad arte

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“L’Uomo che Vendette la sua Pelle è un progetto nato dall’incontro di due mondi – spiega la regista Kaouther Ben Hania – quello dell’arte contemporanea e quello dei rifugiati politici. Da un lato abbiamo un mondo fatto di elite in cui libertà è la parola chiave, dall’altro un mondo fatto di sopravvivenza influenzato dagli eventi attuali in cui l’assenza di scelta è la preoccupazione quotidiana. Viviamo in un mondo in cui le persone non sono uguali. Nonostante tutti i discorsi sull’uguaglianza e i diritti umani, i contesti storici e geopolitici sempre più complessi fanno sì che ci siano inevitabilmente due tipi di persone: i privilegiati e i dannati”.

L’incredibile vicenda rappresentata nel film, in uscita il 7 ottobre, non è frutto d’immaginazione ma ispirata a un fatto realmente accaduto: nel 2006 lo svizzero Tim Steiner, allora quarantenne, si fece fare sulla schiena da Wim Delvoye, artista belga famoso per il suo stile non convenzionale, un grande tatuaggio. Pur inciso sulla sua pelle l’opera oggi non appartiene a Tim perché lui stesso l’ha venduta a Rik Reinking, collezionista d’arte tedesco, per 150.000 euro. Attualmente Tim Steiner gira il mondo come opera d’arte vivente nelle mostre di Reinking e, quando morirà, la sua pelle sarà asportata e incorniciata. La celebre creazione Tim 2006-2008 di Wim Delvoye ha un cameo nel film “L’uomo che vendette la sua pelle”.

Protagonista è Sam Ali (l’esordiente Yahya Mahayni), giovane siriano impulsivo che, dopo aver sbandierato in pubblico l’intento di sposare una ragazza promessa ad altri, è obbligato a fuggire dalla guerra del suo paese per rifugiarsi in Libano. Per arrivare in Europa e vivere con la donna che ama, accetta di farsi tatuare sulla schiena un passaporto Schengen da un artista famoso. Trasformato il proprio corpo in un’opera d’arte, Sam finisce per rendersi conto che la sua decisione non è un lasciapassare per la libertà …

KAOUTHER BEN HANIA

“L’uomo che vendette la sua pelle” è l’ ultimo lungometraggio della tunisina Kaouther Ben Hania.  Il suo precedente film “Beauty and the Dogs”, presentato nella selezione ufficiale del Festival di Cannes “Un Certain Regard” nel 2017, ha vinto il Best Sound Creation Award. Il suo secondo documentario “Zaineb odia la neve”, al Locarno Film Festival 2016, ha vinto diversi premi. “L’uomo che vendette la sua pelle” alla 77° Mostra del Cinema di Venezia è stato insignito con il premio per l’inclusione Edipo Re.

E ancora alla 77ma mostra di Venezia, l’esordiente attore protagonista Yahya Mahayni, ha ottenuto il premio Orizzonti per la Miglior Interpretazione Maschile. Yahya Mahayni è siriano-canadese-francese e vive in Francia. Dopo essere cresciuto tra Damasco, Parigi e Montreal, ha continuato a girare il mondo mentre studiava legge e poi ha svolto il suo praticantato come avvocato specializzato in arbitrato internazionale e docente universitario. Si è dilettato nella recitazione per un po’, per lo più accettando ruoli non retribuiti in cortometraggi amatoriali. Alcuni anni dopo aver rinunciato alla recitazione, è stato contattato per un’audizione per il ruolo di Sam Ali in “L’uomo che vendette la sua pelle”.

 


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