Storie di solidarietà e attivismo per la Giornata Mondiale dell’Africa: anche un piccolo gesto può creare un grande impatto

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Abdoulaye e Fraida sono due giovanissimi atleti. Un ragazzo e una ragazza poco più che ventenni, che vivono in Ciad, nell’Africa Centrale. Sono uniti da una grande passione, quella della corsa. Correre, praticare uno sport ed eccellere in una categoria sportiva comporta molti sacrifici. Loro due sono partiti da un contesto che non regala nessun vantaggio. Il Cro Trail ha pensato bene di realizzare questo sogno e ha raccolto fondi affinché i due possano venire in Europa a correre e confrontarsi con altri atleti: “Vedere Abdoulaye e Fraida ai nastri di partenza del Cro Trail del prossimo 4 luglio a Limone Piemonte sarà motivo di grandissimo orgoglio e soddisfazione per tutti – afferma Alberto Rovera, responsabile dell’organizzazione della manifestazione – sicuri che questo possa essere solo un primo piccolo di mille altri passi che vorremmo poter compiere con tutti voi”.

Quella dei due giovani corridori è solo una delle tante storie pubblicate sulla piattaforma GoFundMe. Storie preziose di volontariato, empatia e solidarietà per chi tutti i giorni vive una vita difficile e complessa, senza la possibilità di soddisfare bisogni primari e non avere riconosciuti dei diritti. Ed è proprio in occasione della Giornata Mondiale dell’Africa che vogliamo raccontarvi alcune di queste esperienze. Alla luce del contesto attuale e di un fatto: la pandemia ha ristretto il nostro campo visivo, ha acceso i riflettori sulle nostre restrizioni, sulle difficoltà personali, sulle limitazioni. C’è chi questo lo vive sempre, sulla sua pelle, in luoghi in cui non tutti hanno le stesse opportunità a cui possiamo ambire quotidianamente.

Sulemain, Madame Manseray e Patrick hanno lasciato tempo fa la Sierra Leone in cerca di un futuro migliore. Sono arrivati in Europa e negli Stati Uniti, hanno costruito un futuro, si sono sposati e hanno avuto figli. “Dopo aver rispettato le leggi e pagato le tasse, a causa di problemi burocratici e di piccole infrazioni al sistema giudiziario amministrativo sono stati condannati – raccontano Mauro Piacentini, Lucio Cascavilla e Antonio Rignanese che stanno lavorando al documentario “The Years We Have Been Nowhere” – La polizia li ha strappati alle braccia dei propri cari e li ha riaccompagnati in Africa. Abbandonati e scacciati due volte dall’occidente e dai propri compatrioti, in Sierra Leone”. Per raccontare queste storie Mauro Lucio e Antonio hanno attivato una raccolta fondi che oggi è arrivata al 70% dell’obiettivo totale.

Poi ci sono le organizzazioni come Mama Africa Onlus, da anni impegnata in progetti per due scuole di Mtangani in Malindi: il primo riguarda il “Feeding program” che garantisce qualcosa che non è scontato come un pasto completo a circa 70 bambini, il secondo ha a che fare con lo sport e offre due ore di sport alla settimana ad oltre 100 tra bimbi e ragazzi, aiutandoli a toglierli dalla strada. “Questi progetti non potranno continuare per l’anno scolastico 2021 senza il vostro aiuto”, spiegano Daniela Venturelli e Franca Filippini su GoFundMe.

C’è il diritto all’acqua, importantissimo, centrale per lo sviluppo di intere aree del continente. E così la realizzazione di alcuni pozzi in Guinea Bissau sono l’obiettivo della vita di Marco Biffi, ingegnere civile che ha lavorato oltre 20 anni in Africa. “È una operazione molto difficile – afferma Marco – perché vorremmo creare pozzi d’acqua potabile nelle zone più impervie della Guinea Bissau, soprattutto sulle isole dell’arcipelago delle Bijagos. Vorremmo riuscire entro 6 mesi a raccogliere i fondi necessari per poter iniziare a operare in loco in prima persona in un progetto che mi appassiona tantissimo di cui andranno a beneficiare molte persone”.

Un altro importante progetto in Guinea Bissau riguarda la realizzazione di una comunità terapeutica sociale: la psichiatra Noemi Lunardi ha creato un progetto per assistere persone con malattie mentali e tossicodipendenze. “C’è una totale assenza di specialisti nel settore – spiega la dottoressa Lunardi – Nelle forme più gravi c’è la credenza culturale che siano impossessati da spiriti maligni o vittime di malocchio e quindi condotti da “guaritori” con scarso esito”. La comunità terapeutico/sociale potrebbe essere creata a Quinhamel, nel nord della Guinea, e i pazienti potranno vivere ed essere curati con interventi riabilitativi specifici: la coltivazione di un piccolo orto di frutta e verdura, l’arteterapia, la musica, la psicoterapia individuale e di gruppo, la cura di animali.

Giulia Ghezzi ha invece scelto di essere una personal fundraiser per sostenere Suor Nives che opera in Etiopia, attraverso la Fondazione Comboniane nel Mondo. “Fornisce cure mediche alle comunità locali con particolare attenzione a donne in gravidanza, neonati e bambini piccoli – racconta Giulia – All’interno del laboratorio della clinica è stato rubato recentemente il microscopio, uno strumento indispensabile per la diagnosi delle malattie come tifo, malaria e TBC e che dovrà essere riacquistato”. Una spesa imprevista non indifferente per la missione: il microscopio ha un costo pari al 25% del budget annuale dell’intero progetto.

Loredana Baldo ha voluto festeggiare il suo compleanno donando dei fondi ai bambini di Motsewakgalalelo. “Desidero aiutare i bambini, le mamme e le famiglie di Maun in Botswana – racconta – Un Paese messo a dura prova dalla pandemia di coronavirus, a causa del blocco totale del turismo internazionale”. Problemi vissuti da molti altri paesi come l’Uganda. Qui Paola Marinari, medico e appassionata di viaggi e fotografia, ha creato una campagna di raccolta fondi per sostenere Tom Bakara, giovane imprenditore del turismo. “Da un anno Tom, a causa della pandemia, non  lavora, i suoi colleghi sono rimasti disoccupati e i risparmi sono ormai esauriti e le loro famiglie in difficoltà. Il covid ha colpito duro anche nei paesi lontani di cui si parla poco”. “È grazie anche a persone come Tom e alla sua Uganda Wildlife Scene, che offrono ai viaggiatori un turismo serio e rispettoso, che gli animali selvaggi sopravvivono – spiega Paola – Senza il turismo, senza le risorse economiche che ne derivano, i gorilla, già a rischio estinzione, i leoni, le giraffe, gli scimpanzé, e tutti gli animali selvatici rischiano di diventare oggetto di speculazione e di essere catturati e uccisi da bracconieri e cacciatori, disposti a pagare grandi cifre per macabri e costosi souvenirs fatti con pezzi anatomici di questi animali”.

Sono piccole e grandi storie. Ognuno di noi ha un ruolo importante e può sostenere uno di questi progetti, senza remore e pensando di fare del bene a comunità che hanno bisogno di strumenti ed esperienze per crescere in maniera equa e sostenibile.


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