Caso Trapani, quella grave ingerenza sulla segretezza delle fonti dei giornalisti

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“Fare chiarezza subito su quanto contenuto negli atti d’inchiesta e sul motivo per il quale contengono intercettazioni di giornalisti”, questa la dichiarazione del Presidente della Federazione nazionale della Stampa Italiana, Giuseppe Giulietti, sul caso Trapani, in una intervista a Radio Radicale. “E’ evidente – aggiunge – che sono state messe a repentaglio le fonti e che quanto raccolto sia superfluo rispetto all’accertamento principale. Chiediamo un’indagine sull’accaduto che è di una gravità assoluta. Chiediamo al Ministro della Giustizia di chiarire chi e perché ha autorizzato quelle intercettazioni, non si può, a quetso punto, lasciare alcuna zona d’ombra”. Sono infatti decine le intercettazioni dell’inchiesta della Procura di Trapani sulle Ong che salvano i migranti e che in modo arbitrario e finora ingiustificato afferiscono l’attività professionale di molti giornalisti. E’ la prima  prima volta che emerge con chiarezza un’attività illecita che mette a repentaglio e svela le fonti. In altri termini apparati polizia hanno spiato cronisti, questa è la triste verità del caso Iuventa, portato alla ribalta da qualche ore da “Il Domani” . tra i passaggi più gravi l’intercettazione, lunghissima, di Nancy Porsia, che è stata ascoltata (e in atti ci sono le trascrizioni) persino durante  le telefonate con il proprio legale Alessandra Ballerini dove riferiva la preoccupazione per le minacce ricevute dalle milizie libiche guidate da al-Bija. Porsia è finita in quello che si può a tutti gli effetti definire un vero e proprio dossier della polizia giudiziaria di Trapani, con tanto di foto, contatti telefonici e social, tutto nell’ambito del suo lavoro relativo al racconto di cosa accade nel braccio del Mediterraneo dove da anni si contano centinaia di morti tra i migranti che cercano di lasciare l’Africa.  Secondo quanto riporta “Il Domani” sarebbero state trascritte anche le telefonate di Porsia con altri giornalisti, dove si parla della situazione libica e di come muoversi in quel contesto. Oltre a quelle su Porsia risultano intercettazioni su Sergio Scandurra mentre chiedeva informazioni ad alcuni esponenti di organizzazioni umanitarie, impegnate in quei mesi nei salvataggi dei migranti e su Francesca Mannocchi con esponenti delle Ong, dove si fa riferimento ai viaggi in Libia.

 


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