Giornalismo sotto attacco in Italia

Un caso di Omofobia a Rovereto: il comunicato di Arcigay, Agedo, Famiglie Arcobaleno Trentino-Alto Adige

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È divenuta di dominio pubblico la notizia di gravi aggressioni e minacce omofobe a carico di una giovane coppia di ragazzi, avvenute nel cuore di Rovereto, in pieno giorno e ora denunciate alle autorità competenti. Sono fatti che addolorano, ma che non stupiscono chi opera quotidianamente a supporto della comunità LGBT. Perché l’Italia (e il Trentino non fa eccezione) ancora rappresenta questo: un Paese in cui moltissime coppie evitano per sicurezza di tenersi per mano e singoli/e di fare coming-out; ma in cui omofobia e odio si esprimono, loro sì, alla piena luce del giorno. La vicinanza e la “postuma” solidarietà alle vittime non possono bastare. È ora che il Parlamento acceleri l’iter di approvazione del disegno di legge Zan: primo, irrinunciabile passo per contrastare il fenomeno. Tuttavia, l’intento delle istituzioni locali (comunali, regionali e provinciali) deve tradursi in impegno concreto e reale.

È il momento, quindi, che queste aderiscano convintamente alla RETE READY (comunità di amministrazioni impegnate contro l’omotransfobia), strumento per rendere effettiva la cittadinanza di tutti/e. Lo chiedono le associazioni, i collettivi, gli enti e gli osservatori. Ma soprattutto lo pretendono le oltre 138 vittime (solo quelle riportate dalla stampa) di omotransfobia in Italia nel 2020 e censite da Arcigay. L’Agenzia per i diritti umani della UE certifica che il 40% degli/lle italiani/e LGBT* ha vissuto episodi di discriminazione solo nel 2019.

Secondo una recente indagine di GayCenter su mille ragazzi e ragazze intervistati in tutta Italia, il 74% dei/lle ragazzi/e omosessuali tra 13 e 26 anni racconta di aver subito almeno un episodio di bullismo omofobico o di discriminazione. E di questi il 36% è avvenuto a scuola. Le tristi statistiche potrebbero continuare, e continueranno se nessun freno sarà posto a questo incendiarsi di violenza e odio. Restare nell’ignavia od opporsi a maggiori tutele nei confronti di chi vittima di odio sistemico significa esserne complice. Le sofferenze, le minacce e gli abusi meritano riconoscimento e attenzione. Noi e le nostre famiglie meritiamo sicurezza e una legge che la garantisca.

Perché va detto con chiarezza:

Questa è violenza,

Questa è emergenza,

E ora è il momento di agire.

Trento,

27 marzo 2021

Lorenzo de Preto, Presidente di Arcigay del Trentino

Mario Caproni, Presidente di AGEDO Trentino

Giuseppe Lo Presti, Referente per Famiglie Arcobaleno del Trentino – Alto Adige


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