43 migranti muoiono in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa. L’appello del Centro Astalli

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Erano in 53 a bordo della barca che si è ribaltata la notte scorsa davanti alle coste libiche di Zuara. 43 migranti sono morti, 10 sono stati recuperati in mare e riportati in Libia, il luogo da cui scappavano.

Il Centro Astalli esprime cordoglio per le vittime e profonda preoccupazione per le condizioni dei migranti che cercano di arrivare in Europa senza possibilità di accedere a vie legali di ingresso.

P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, dichiara: “Ogni giorno ascoltiamo di torture e violenze nei racconti dei migranti che incontriamo al Centro Astalli. Dalla Libia le persone non hanno altra possibilità che tentare di fuggire: la situazione che descrivono è di un clima generalizzato di violenza e terrore.

È evidente che c’è un problema molto serio di gestione delle frontiere da parte degli Stati europei e di un’inerzia intollerabile da parte delle istituzioni nazionali e sovranazionali.

Le isole greche, i Balcani, la frontiera della Spagna e il Mediterraneo centrale, pur essendo contesti giuridicamente diversi, sono sempre più luoghi di morte. Non è possibile continuare a ignorare l’ecatombe che si consuma alle porte di casa nostra”.

Il Centro Astalli chiede con forza a chi ricopre ruoli di responsabilità che si compia immediatamente un atto politico di discontinuità: si evacui la Libia così come le isole greche e i Balcani. Si trovino soluzioni dignitose per tutti, senza derogare mai al rispetto dei diritti umani e delle convenzioni internazionali su migranti e rifugiati.


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