Sulla presunta apertura di Berlusconi. Bettini: raccogliere subito il segnale di Forza Italia

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Roma, 17 novembre 2020 – “Raccogliere subito il segnale di apertura che viene da Forza Italia“. E’ l’invito che Goffredo Bettini, abitualmente indicato sulla stampa come “ascoltato consigliere del segretario del Pd Zingaretti”, ha rivolto ieri alla “maggioranza che ora governa l’Italia” con la dichiarata disponibilità a discutere e trattare sulla legge di bilancio. “Se Bettini apre a B, il PD chiude con me”, intitola Massimo Marnetto la sua breve nota quotidiana (che segue).

Per la verità nei giornali che ho letto non si fa neppure il nome di Berlusconi, ma questa può sembrare una pignoleria. D’altronde Nicola Zingaretti e larga parte del Pd avevano già bocciato una  proposta lanciata sulle colonne de Il Foglio dallo stesso Bettini: “Per sopravvivere a questa maggioranza serve una terza gamba liberale. E Matteo ha il talento per federarla e portarla al 10 per cento. Altro che fare il picconatore”. Ovvio che per Zingaretti e la sua maggioranza, oltre che per Liberi e Uguali, vorrebbe dire tornare indietro. Dunque, con buona pace di Repubblica, il consigliere non è poi tanto ascoltato.

Ma ora Bettini torna alla carica con una lettera al Corriere della Sera, sottolineando che “la legge di bilancio che verrà discussa è un tutt’uno con il governo concreto della pandemia”. La situazione, scrive, è drammatica, per cui “si tratta di superare ogni prudenza o valutazione di opportunità, comprensibile in altri momenti, per chiamare anche all’interno dell’esecutivo le energie migliori e necessarie per competenza e forza politica in grado di offrire, insieme a Conte, un punto di riferimento indiscusso all’Italia e alla Repubblica, così scosse e provate”.

Di Maio:non vedo rischio sui numeri all’orizzonte

Retorica a parte, che la maggioranza di governo rischi di non avere i numeri per far passare la legge in Senato è ormai un ritornello nei giornali conservatori o della destra estrema. Qualche preoccupazione nel PD, dove soprattutto la quinta colonna renziana punta a rafforzare la centralità del partito nella maggioranza di governo. Ma i Cinquestelle? Di Maio, intervistato oggi sulla Repubblica, dichiara di non vedere “nessun rischio sui numeri all’orizzonte”, anche perché “chi va nel misto ci sta sostenendo ancora di più”. Quanto all’offerta di Forza Italia, risponde diplomaticamente: “Non chiudo all’ipotesi di collaborazione, ma ognuno nelle rispettive posizioni, maggioranza e opposizione”. Il giornalista insiste e allora dichiara senza mezzi termini che non vede i “presupposti …per dare vita a un rimpasto o a un nuovo governo”.

La legge di bilancio. Verso quale “normalità”?

Secondo me il problema non è dato dall’ eventuale appoggio esterno dei parlamentari di F.I., ma dalla necessaria coerenza della legge di bilancio con un programma politico ed economico orientato ad una nuova e diversa “normalità”. Con il ritorno della politica e dello Stato alla guida dell’economia. Un progetto che Zingaretti ha più volte enunciato ma non è riuscito ancora a chiarire, tanto meno a portare avanti. Perché, scrive Marnetto, “ha ancora il partito pieno di renziani”.

Il problema è: con quali indirizzi e criteri si pensa di investire le risorse del recovery fund? Siamo sicuri che la destra di Forza Italia non voglia far di tutto perché la “normalità” torni ad essere (più o meno) quella fallimentare che ha prodotto la crescita delle disuguaglianze e ci ha fatto precipitare nella crisi sanitaria? E’ a questa domanda che non solo Conte ma PD, Leu e Cinquestelle hanno il dovere di rispondere subito. Se non è già troppo tardi.

Marnetto: se Bettini apre a B, il PD chiude con me.

***di Massimo Marnetto, 17 novembre 2020 – Da elettore di sinistra sono nettamente contrario all’apertura del PD a Forza Italia. Questa promiscuità mi ricorda l’infelice idea di Renzi di andare a pescare voti a destra, senza pensare che così  li avrebbe persi a sinistra. Ora Bettini – considerato nel PD una mente raffinata – spinge per questa ammucchiata, dimenticando che tra B e gran parte dell’elettorato di sinistra c’è una incompatibilità definitiva, provocata dalla vicinanza dell’anziano pregiudicato alla mafia e alla frode, senza mai un pentimento. Un passato così deteriore lo rende indigesto anche nella sua versione ripulita di “responsabile” a supporto al Governo.   

Vorrei invece un PD che cercasse di riprendersi i voti a sinistra, quelli degli operai e delle migliaia di lavoratori che sono senza rinnovo dei contratto da anni. Ex zoccolo duro del PD ormai rinserrati nell’astensionismo o dispersi in altri partiti. Che Zingaretti non possa scegliere una linea chiara di sinistra perché ha ancora il partito pieno di renziani è già un problema; ma che vada persino a cercare l’appoggio esterno di B è troppo. Se Bettini apre a B, il PD chiude con me.


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