Cani mangiati a Lampedusa. Una “mano” xenofoba dietro le minacce al Presidente della Fnsi, indagini di polizia e una procedura europea

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Svolta nella vicenda delle minacce sul web ai giornalisti che questa estate si sono occupati di migranti e delle notizie false messe in circolo da un gruppo di sovranisti. Si scava per capire se c’è stata una matrice comune e se questa abbia radici ideologiche, ciò conferma i timori della prima ora e ossia che si sia trattato di un fenomeno un po’ più complesso della semplice critica alle politiche migratori e del Governo in carica.

La Direzione centrale della polizia di Stato ha relazionato al rappresentante permanente d’Italia presso il Consiglio d’Europa e alla Piattaforma europea per la protezione dei giornalisti sulla denuncia del Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana inerente i post diffamatori seguiti alla solidarietà dello stesso presidente verso giornalisti minacciati per inchieste sulle politiche migratorie. Una storia che ha preso il via tra la fine di agosto scorso e l’inizio di settembre. Il Presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti aveva fatto pubbliche dichiarazioni nonché firmato un comunicato stampa insieme al segretario Raffaele Lorusso nel quale esprimeva vicinanza e solidarietà ai giornalisti minacciati sul web. Minacce a loro volta legate al racconto dei respingimenti nel Mediterraneo nonché al disvelamento della fake news sui cani mangiati dai migranti sull’isola di Lampedusa, notizia del tutto destituita di fondamento e raccontata come tale da alcuni cronisti, i quali, per questa ragione, erano entrati nel mirino di numerosi profili social, alcuni non direttamente identificabili. Scrive ora la segreteria del Dipartimento di Pubblica sicurezza presso il Ministero dell’Interno che “il Presidente della Fnsi ed ex parlamentare, Giuseppe Giulietti, lo scorso 24 agosto ha depositato all’ispettorato di Pubblica sicurezza della Camera dei Deputati una denuncia querela per alcuni post diffamatori pubblicati da ignoti sul suo profilo Twitter. I predetti messaggi sarebbero riconducibili, secondo quanto riferito dal querelante ad una più ampia mobilitazione antidemocratica ed eversiva che coinvolgerebbe, fra l’altro, alcuni personaggi e gruppi appartenenti a movimenti dell’estrema destra xenofoba, che in più occasioni avrebbero rivolto minacce nei confronti anche di altri giornalisti. Sulla specifica vicenda sono in corso accertamenti”.

Dunque vanno avanti sia le indagini strettamente tecniche sulle minacce sia la procedura di approfondimento in sede europea su quanto accaduto al scorsa estate dopo che è stata smascherata la bufala sui cani di Lampedusa.

Chi e perché voleva che si creasse la convinzione che sull’isola c’erano dei migranti capaci di mangiare poveri animali domestici? E perché prendersela con i giornalisti e persino con il massimo loro rappresentante nazionale?

(nella foto un’immagine della denuncia sui cani mangiati dai migranti, notizia poi risultata falsa)


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