Teatro Argentina.” 19 LUGLIO 1985. UNA TRAGEDIA ALPINA”: Filippo Andreatta mette in scena il rapporto uomo-natura riferito al disastro di Stava

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ROMA – Filippo Andreatta – a RomaEuropa Festival anche con la performance Rompere il Ghiaccio del 3 e 4 Ottobre in cui continua ad approfondire il legame tra il paesaggio, gli elementi naturali che lo compongono e la condizione umana – ha messo in scena con “19 luglio 1985. Una tragedia alpina” al teatro Argentina, il dramma-simbolo riferito al disastro della Val di Stava, noto per essere uno dei più gravi del Trentino Alto Adige. In quella regione il 19 luglio 1985, accadde che il cedimento degli argini dei bacini di decantazione della miniera di Prestavel causasse la fuoriuscita di 180.000 metri cubi di fango: l’abitato di Stava, nel comune di Tesero, fu raso al suolo.  La miniera di Prestavel era stata sfruttata in passato per la produzione di galena argentifera, nel 1934 si accertò l’interesse estrattivo di alcuni filoni di fluorite e, dopo la seconda guerra mondiale, venne gestita dalla società Montecatini, alla quale subentrarono società del gruppo Montedison, EGAM ed Eni. Dal 1980 al 1985 dalla Prealpi Mineraria.

Filippo Andreatta coglie in questa tragedia, il problema globale del rapporto errato, fondato solo sul saccheggio economico, dell’ uomo con la natura. Sul palcoscenico la rappresentazione è ridotta ai minimi: un grande ramo d’abete, calato in orizzontale dal soffitto, gira su se stesso mentre note dissonanti e dolorose riempiono lo spazio. Poi il ramo cede e si ode uno schianto tremendo. Ha inizio, attraverso simboli e didascalie, sorretto da un coro toccante e da una musica che evoca a tratti il fragore della valanga, il racconto della catastrofe nella quale morirono 268 persone. Emergono chiare le responsabilità dell’uomo: l’incuria, il mancato rispetto per l’ambiente e per la vita dei suoi simili, suffragato a quel tempo anche da leggi grazie alle quali gli imputati non fecero un solo giorno di carcere.

 

La narrazione è scarna, vivida e tocca nel profondo, bianche figure agiscono dietro uno schermo velato che rende onirica e senza tempo la situazione. L’incubo della distruzione della specie e del suo habitat, per arroganza e superficialità, si palesa sottolineato dal corifeo Davide Tomat che si serve della potenza evocativa della musica di Ligeti, eseguita dal vivo dall’Ensemble Vocale Continuum diretto dal Maestro Luigi Azzolini. E’ impressionante, nel buio, il rullare di quello che accadde. Alle 12:22:55 del 19 luglio 1985, circa 180.000m³ di fango biancastro travolsero con violenza l’abitato di Stava ad una velocità di 90 chilometri orari, spazzando via tutto in appena 7 minuti: alberi, case, persone, alberghi, strade. Tratti essenziali, in un solo breve atto – per l’esattezza 50 minuti – fanno sentire l’impatto tragico, la distruzione di uomini e cose, lasciando lo spettatore senza fiato. Il pubblico romano del teatro Argentina con prolungati applausi ha fatto sentire la sua commozione.

 

19 LUGLIO 1985. UNA TRAGEDIA ALPINA

spettacolo di OHT | Office for a Human Theatre

 

coro Ensemble Vocale Continuum diretto da Luigi Azzolini

musiche Lux Aeterna di György Sándor Ligeti; Again – after ecclesiastes di David Lang
‘ndormenzete popin canto di montagna
regia, scena e testo Filippo Andreatta

drammaturgia Marco Bernardi
corifeo, musiche e suono Davide Tomat
scenografia e costruzione Alberto Favretto
luci William Trentini / Veronica Varesi Monti
responsabile palcoscenico Viviana Rella

best-girl Letizia Paternieri
assistente regia Veronica Franchi
video Armin Ferrari
produzione e amministrazione Laura Marinelli

  promozione e distribuzione Laura Artoni
  esperto giardiniere Cleto Matteotti
  tecnico del suono Claudio Tortorici
  sviluppo elettronico e automazioni Enrico Wiltch
  animale guida il Cervo

  produzione OHT
  co-produzione Romaeuropa Festival, Centro Santa

Chiara Trento
  residenza artistica Centrale Fies art work space
  con il contributo di Fondazione Caritro, Provincia

Autonoma di Trento
  con il patrocinio della Fondazione Stava 1985

  grazie a Bruno Ballardini, Michele Longo, Matthias

Losek, Susanna Sara Mandice, Sandro Piovesana,

Virginia Sommadossi, Chiara Zanoni e il boscaiolo

 


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