#iomettolamascherina l’hastag di Paolo Baldini l’infermiere che critica Salvini

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In pochi giorni l’appello su Facebook l’hastag #iomettolamascherina e #ionosonosalvini di Paolo Baldini, un infermiere che lavora a Pavia è stato condiviso da migliaia di colleghi in tutta Italia. La reazione sdegnata nei confronti di Matteo Salvini è arrivata subito dopo aver visto il rifiuto di indossare la mascherina durante il convegno al Senato a Roma (in cui erano presenti anche Vittorio Sgarbi e Andrea Bocelli in cui si è cercato di sminuire e negare la pericolosità del Covid-19), oltre ad assistere in televisione all’invito del segretario della Lega, sul palco della festa di partito, in corso a Cervia, quando ad un minore è stata data la possibilità di togliersi la mascherina dalla bocca. Le reazioni si sono fatte subito sentire fino a raggiungere l’effetto virale sulla rete con un hastag di tendenza. L’infermiere che da vent’anni lavora in pronto soccorso e a bordo delle ambulanze, durante l’emergenza sanitaria dei mesi scorsi ha risposto a migliaia di telefonate che arrivavano al 118 dalla zona del lodigiano all’ospedale Niguarda di Milano. Sulla sua pagina facebook ha scritto: « Caro Senatore Salvini. Lei ha dichiarato che non mette la mascherina. Io a differenza sua la mascherina la metto. Perché un decreto della presidenza del Consiglio dice che va messa. Perché chi ha le competenze e la conoscenza per dirmi cosa fare mi dice che la devo indossare. Perché io a differenza sua non ho un’immunità parlamentare e non sono al di sopra della legge e se non la indosso ne rispondo agli organi competenti.
Perché io a differenza sua ho rispetto per i 35.112 italiani morti e per le loro famiglie.
Perché io a differenza sua ho rispetto per chi si è ammalato e per chi ha perso il lavoro a causa di questa pandemia. Perché io a differenza sua ho rispetto per i milioni di italiani che sono stati a casa ed hanno rinunciato alla propria libertà per un senso civico ed un bene comune. Perché io a differenza sua, purtroppo, ho visto cosa può fare questo virus e non ho nessuna voglia di tornare in quell’incubo. Nessuna. Proprio nessuna. Io non sono Salvini. Io ci metto la faccia e spero di non essere l’unico».

Non è rimasto inascoltato e oggi lo stesso leader della Lega subissato di proteste ha dovuto recedere sulla sua manifesta contrarietà testimoniata anche da decine di selfie in spiaggia: «La mascherina si usa quando serve. Ai giovani dico: usate la testa, mantenete la distanza, rispettate quello che dice la scienza. La mascherina quando è necessario si mette, nei luoghi chiusi, sui treni. Anche io metto la mascherina, spero di tonare presto alla normalità». Una normalità che gli infermieri e il personale sanitario invocano senza protestare offrendo tutti i giorni la loro professionalità. Sul sito www.assocarenews.it è pubblicato l’elenco dei sanitari che hanno perso la vita lavorando nei reparti ospedalieri, nelle rsa e sul territorio. Infermieri che hanno sacrificato la loro vita per salvare quella dei malati. A maggio si contavano 40 decessi e quasi novemila contagiati. Nel frattempo il caos si è venuto a creare in tutta Italia per la cancellazione dei treni con i biglietti già prenotati da migliaia di passeggeri. In un primo momento sia Trenitalia che Italo avevano ottenuto l’autorizzazione a far viaggiare occupando tutti i posti a sedere, revocata immediatamente da un’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che obbliga il distanziamento a bordo con la possibilità di far occupare solo il 50% della capienza.


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