Aborto, non sarà necessario ricovero per uso pillola abortiva. Cade ultimo tabù dei diritti al femminile

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Oggi è un gran bel giorno per le donne e per i loro diritti. Quei diritti che qualcuno voleva calpestare, attentando ad anni di lotte e di sacrifici.
Per l’aborto con la pillola non sarà imposto il ricovero. A deciderlo il ministro della Salute Roberto Speranza dopo aver ricevuto il parere del Consiglio superiore di sanità.
Cade così l’ultimo tabù che, dopo il caso Umbria, sembrava potesse estendersi a tutto il Paese.
E in questa storica giornata per le donne voglio raccontarvi una storia che racchiude tanti importanti passi verso i loro diritti.
Il 27 luglio del 1927, quando Edouard Taieb scopre che la sua secondogenita è una bambina, ne è talmente deluso da rispondere ad amici e parenti che gli chiedono notizie sul parto imminente, che “non e’ ancora avvenuto”, e questo per diverse settimane.
A raccontarlo, in una intervista di pochi mesi fa, quella bimba diventata donna. Gisèle Halimi, avvocata e femminista franco-tunisina, autrice di battaglie memorabili per le vittime di violenze sessuali, contro la pena di morte e la tortura, a favore del diritto all’aborto, compagna di lotta e di passione di Simone de Beauvoir, è morta a Parigi lo scorso 27 luglio. Il giorno dopo aver compiuto 93 anni.
“Non è giusto ! Non è giusto! Era la frase che ripetevo continuamente da piccola, quando solo a me toccava aiutare in casa mentre i miei tre fratelli maschi erano esentati”, ricordava.
Aveva solo 10 anni quando Gise’le iniziò lo sciopero della fame per protestare contro quella ingiustizia : solo così venne finalmente ascoltata.
Negli anni ’30 Gisèle, bravissima a scuola diversamente dal fratello maggiore su cui i genitori avevano puntato tutte le loro ambizioni di riscatto sociale, va avanti negli studi nonostante il loro scetticismo.
“Le spese per il tuo liceo potrebbero pagare il tuo corredo di nozze , mi diceva la mamma, vittima di quel modello. Ma ho fatto in modo di vincere una borsa di studio perché i miei studi non costassero nulla alla famiglia” racconta lei.
Fin da piccola voleva diventare “avvocata”, al femminile: per questo parte per Parigi, a 18 anni, subito dopo la fine della guerra, e studia alla Sorbona legge e filosofia.
Poi torna a Tunisi, dove comincia a difendere la causa dell’indipendenza, del suo paese e poi della vicina Algeria.
Nella sua carriera le capita in diverse occasioni di recarsi all’Eliseo per chiedere al presidente di concedere la grazia per i suoi clienti condannati a morte. La ottiene sempre, anche quando l’interlocutore è il generale De Gaulle.
“Mi chiami maestro, signor presidente”, gli ho dovuto rispondere quando mi ha chiesto ‘signora o signorina?’.L’avvocata Halimi è stata la prima a difendere una donna che aveva subito violenze sessuali, ed è anche grazie a lei che lo stupro diventa un reato, nel 1980.
Cominciò a frequentare Simone de Beauvoir, con la quale scriverà diversi libri, alla fine degli anni ’50, nel pieno della Guerra di Algeria e di lui diceva”non ho mai smesso di apprezzarne lucidità, rigore e combattività ma la sua totale mancanza di calore mi sconvolgeva. Si chiudeva davanti alla minima emozione, mentre avevo molta più intimità con Jean-Paul Sartre, oltre a essere la sua avvocata: Dio sa quanto bisogno ne avesse!”.
Nel 1971 è stata una delle 343 firmatarie del manifesto per l’aborto, assieme a Beauvoir, Sagan, Deneuve.
Gisèle ha dedicato gran parte della sua vita ai i diritti delle donne, a cominciare dai suoi.
Con la sua determinazione, Gisèle non ha solo salvato se stessa, ha cambiato per sempre le sorti delle generazioni future. Il suo esempio e le sue battaglie rimarranno indelebili.


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