Ma che gioco è? La solidarietà di ControCorrente a Paolo Borrometi

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“Ma che gioco è?”, si domanda Attilio Bolzoni da un sito di una componente sindacale, riaprendo la questione della querela annunciata dal Presidente della Commissione antimafia della Regione siciliana, Claudio Fava, al giornalista Paolo Borrometi. La domanda la ribadiamo anche noi: ma che gioco è?

Sul merito dell’articolo non trovato e modificato il 2 marzo, ci penserà la magistratura a fare luce e verità.
Intanto, anche noi, da Salvatore Borsellino e dal Movimento Agende Rosse prendiamo in prestito una domanda: iniziare una guerra di querele con un giornalista sotto scorta perché minacciato (e pestato) dalla mafia, è davvero l’attività prioritaria in questo momento?
E aggiungiamo noi: è davvero l’attività prioritaria anche di Attilio Bolzoni? E anche della componente del Segretario dell’Associazione Stampa Romana, Lazzaro Pappagallo?
Forse è un conto presentato a distanza di mesi perché Borrometi si è candidato in una lista concorrente?
E, ancora di più, ci sono alcune domande alle quali né Bolzoni, né altri accusatori hanno risposto: definire “innocuo” il giornalismo di Borrometi, insinuare che lui manipoli articoli, serve a mettere in dubbio l’aggressione che ha ricevuto? A mettere in dubbio le minacce che ha ricevuto e che riceve? A mettere in dubbio la fondatezza delle condanne – alcune con l’aggravante del metodo mafioso – inflitte a persone che lo hanno minacciato? A mettere in dubbio “progetti di attentato” nei suoi confronti? A mettere in dubbio il provvedimento con il quale lo Stato lo ha messo sotto scorta 6 anni fa, e confermato – anzi, rafforzato – negli anni a seguire? A mettere in dubbio che il riconoscimento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sia stato conferito in maniera leggera e immeritata?
Ecco, o si risponde con chiarezza a queste domande, oppure resta quella iniziale: “Ma che gioco è?”.


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