La Scuola della Terra al via nella crisi

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L’Iran, che in un primo tempo aveva negato, ora ammette che “regrettably missiles fired due to human error caused the horrific crash of the Ukrainian plane & death of 176 innocent people”. Il Boeing passeggeri ucraino poco dopo il decollo dall’aeroporto di Teheran è stato abbattuto dalla difesa aerea iraniana, “erroneamente e involontariamente” scambiato per un “velivolo ostile”. Ma quante sono, in ogni “pezzo” della terza guerra mondiale in corso, le vittime civili “innocenti”? Realisticamente più di quelle volute e previste. Fino a quando per queste morti si continuerà a parlare di errori? Chiunque programma e scatena una guerra davanti ad una carta geografica avrebbe l’obbligo morale di metterle in conto assumendone piena responsabilità. Non c’è ragione di Stato, non c’è difesa di interessi o ideali che possa giustificare la strage di innocenti che ancora si compie in ogni angolo della terra. Vale per i governi come per le alleanze militari tra loro, magari con una benedizione strappata alle Nazioni Unite.

Nel discorso agli ambasciatori di fine anno, Papa Francesco, dopo aver ricordato le finalità con cui l’ONU venne fondata 75 anni fa, ha osservato come “il sistema multilaterale” avviato con le Nazioni Unite, privo di “un chiaro ancoraggio oggettivo”, sia giunto ad “una crisi che è tristemente sotto gli occhi di tutti” e quindi vada trasformato, “tenendo nella dovuta considerazione l’attuale contesto geo-politico”.  “Il papa non ha detto di più – ha commentato oggi  Raniero La Valle – ma la pista indicata è chiara: occorre andare oltre l’internazionalismo verso una forma più compiuta di ordinamento mondiale, come a dire dalla Carta dell’ONU ad un costituzionalismo mondiale”. Dunque, l’idea lanciata in questi giorni di un processo costituente per giungere a una “Costituzione della Terra” e ciò, aggiunge oggi Raniero, “a partire da una Scuola che ne dovrebbe elaborare il pensiero e promuovere l’adozione”,  è tutt’altro che peregrina. Se vogliamo Salvare la Terra e che la Storia continui, da qualcosa e qualcuno si dovrà cominciare. Chi esclude ogni alternativa al passato e al presente (“There is no alternative”)  non potrà mai cambiare il futuro.

Giorni fa, informando della mia adesione al comitato promotore di “Costituente Terra”, ho accennato agli scopi dell’ iniziativa, lanciata il 27 dicembre scorso nel 72° anniversario della nostra Costituzione. Oggi apprendo dalla prima newsletter del comitato che le adesioni “sono già numerose e tutte significative, e che la Scuola che ne scaturisce, immateriale e virtuale com’è, ha già trovato “un luogo privilegiato in cui prendere terra”, dove saranno tenuti i primi corsi ed incontri, e saranno avviate le prime “cattedre”: la Biblioteca Vallicelliana a Roma, opera insigne di Borromini, “darà generosa e solidale ospitalità alla Scuola e ai suoi dialoghi e lavori, che da lì prenderanno poi le vie della loro diffusione mediatica”.

Alla Biblioteca Vallicelliana si avrà pertanto venerdì 21 febbraio prossimo alle ore 11,00 l’atto inaugurale delle attività della Scuola, con la lezione introduttiva sul progetto di un costituzionalismo mondiale – norme e garanzie – che sarà tenuta dal prof. Luigi Ferrajoli, che ne è il massimo teorico in Italia. In quella occasione sarà anche introdotta la Commissione per la Costituzione (una specie di quella “Commissione dei 75” che redasse il progetto della Costituzione del ’47), il cui compito sarà di elaborare e proporre un progetto di Costituzione della Terra; essa lavorerà collegandosi per via telematica in un apposito Forum che sarà aperto nel sito della Scuola. Seguirà nella stessa sede la prima assemblea degli iscritti al “Comitato promotore partito della Terra”, che è questa nostra associazione costituita tra quanti, prendendo partito per la Terra, intendono cooperare all’opera di una Costituzione della Terra; l’Assemblea approverà lo Statuto, conferirà gli incarichi sociali e discuterà l’impostazione dei programmi e dell’attività della Scuola”.

Niente di astratto o di teorico. Si tratta di “disimparare l’arte della guerra” per imparare quella della pace, allontanandosi dall’ipocrisia di guerre “umanitarie” condotte con la pretesa di  esportare  “civiltà” o “democrazia” con le bombe. Non credo di sbagliare se aggiungo che la “Scuola Costituente Terra” intende mantenere, al di là di ogni schieramento politico predeterminato, un contatto costante con l’attualità. “La crisi nel bacino del Mediterraneo – leggo infatti nella prima newsletter – è aggravata dalla decisione della Turchia di riportare le sue forze armate in Libia, da cui esse furono estromesse nel 1911 dall’Italia coloniale, la quale ne fu a sua volta espulsa durante la seconda guerra mondiale. Appartiene al compito della Scuola ricordare che la NATO non è stata fatta per riportare gli eserciti dei suoi membri nelle terre da cui una volta furono scacciati; per questa ragione come manifestazione di un pensiero alternativo al pensiero di guerra, l’Italia dovrebbe pubblicamente interdire a tutte le forze e installazioni non italiane della NATO presenti sul suo territorio ogni attività che di fatto le implichi nelle operazioni di guerra condotte da membri della NATO in Libia come in ogni altra parte dell’area mediterranea”.


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