Carmelina e la caccia alle microspie

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Altro capitolo della vicenda MONTANTE è quello relativo alle attività di bonifica dallo stesso fatte eseguire nella sua abitazione, nelle vetture dei suoi più fidi collaboratori (GIARDINA e V. MISTRETTA) e in diverse sedi di Confindustria da parte della ditta CALI’ SERVICE s.r.l., di cui sono soci i fratelli Salvatore ed Andrea CALI’ (oltre a Pietro COSTANZA, soggetto estraneo al processo).

Tali bonifiche risultano essere state compiute in concomitanza con la progressione investigativa che riguardava il potente industriale, e, in particolare, con l’emersione di un importante segmento dell’inchiesta, relativo ai contatti e alle convergenze operative tra l’imprenditore di Serradifalco e l’ufficiale dei carabinieri Col. Giuseppe D’AGATA.
Una ulteriore concomitanza si registrava tra l’esecuzione delle bonifiche e le gravi rivelazioni dei segreti d’ufficio relative alla medesima inchiesta, per cui sono imputati, oltre ad Andrea GRASSI, altri soggetti per i quali si procede separatamente, ossia Andrea CAVACECE, Angelo CUVA e Renato SCHIFANI.
Sullo svolgimento illecito di tali bonifiche – illeicità confermata dalla omessa denuncia delle microspie rinvenute – non occorre soffermarsi diffusamente, trattandosi di capi di imputazione che, in ragione della scissione dell’originario procedimento penale in riti diversi, sono fuoriusciti dal perimetro dell’odierno giudizio.
E tuttavia, all’esclusivo fine di consentire la formazione di una visione completa degli eventi e non spezzarne la continuità logico-cronologica, appare opportuno ricordare quanto ricostruito dagli investigatori sul punto, al fine di verificarne, incidenter tantum, la tenuta processuale.
Il primo, fondamentale, elemento di prova emerge dalla intercettazione di una conversazione, intrattenuta mediante utenze riservate (al riguardo, cfr. C.N.R. n. 1092/2017 cit., da p. 525), da MONTANTE e DI SIMONE in data 23 febbraio 2016.
Invero, come emerge dalla C.N.R. n. 1092/2017 (p. 526), “Entrando nel merito delle attività tecniche, in data 23.2.2016, il DI SIMONE PERRICONE Diego avvisava il MONTANTE di qualche problematica che era insorta mentre i dipendenti della ditta CALI’ SERVICE si stavano recando presso la sua abitazione, per effettuare una bonifica all’interno della abitazione del MONTANTE. In particolare, alle ore 08.30, nella conversazione progr. 381 DI SIMONE PERRICONE Diego e gli riferiva che loro hanno avuto difficoltà a entrare e quindi “tiraru drittu” e si sono recati al bar per un caffè. MONTANTE rispondeva di trovarsi davanti al cancello e di non aver notato niente, quindi non capiva cosa volessero dire queste terze persone. Il DI SIMONE PERRICONE Diego si riprometteva di richiamare subito questi soggetti e MONTANTE ribadiva nell’occasione le sue perplessità sul fatto che “loro non potevano entrare”… Continua su mafie


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