Governo. Si succedono i vertici, sulla manovra e sulle riforme istituzionali

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Tutti esultano, per esorcizzare la sconfitta umbra. Ma i problemi politici restano intatti

Di Pino Salerno

La manovra economica del governo si avvia a vedere la luce (definitiva) dopo che lo scorso 16 ottobre era stata approvata “salvo intese” dal Consiglio dei ministri. Un vertice di maggioranza durato un paio d’ore oggi e uno già convocato per mercoledì a Palazzo Chigi alle 15.30 dovrebbero portare all’accordo politico sul provvedimento che non tornerà in Consiglio dei ministri. “C’è stata – ha comunicato Palazzo Chigi – piena intesa politica per confermare tutte le misure di sostegno per la modernizzazione del Paese, per favorire la digitalizzazione e la svolta green, per sostenere le famiglie e il welfare, per rafforzare la crescita delle imprese, per sostenere gli investimenti e semplificare la fiscalità degli enti locali”. Al centro della riunione di oggi (presenti il premier Giuseppe Conte, i ministri Roberto Gualteri, Teresa Bellanova, Roberto Speranza, Luigi Di Maio, Dario Franceschini; i viceministri Pd Antonio Misiani e M5s Laura Castelli; il sottosegretario alla presidenza Riccardo Fraccaro; la capogruppo di Leu Loredana De Petris; il deputato di Italia Viva Luigi Marattin) è stato posto il tema delle tasse.

Dal vertice è emerso in primo luogo il mantenimento al 10% della cedolare secca sugli affitti a canone concordato. Per la cedolare era stato inizialmente previsto un aumento al 15%, in questo modo resterà al 10 e sarà “strutturale”. Restano, però, da trovare le coperture, che potrebbero venire dalla cosiddetta “tassa sulla fortuna”. Nella manovra restano la sugar tax e la plastic tax, nelle forme che erano già state previste, e viene mantenuta la decisione di un taglio di 3 miliardi del cuneo fiscale a beneficio dei lavoratori. I tecnici sono anche al lavoro per confermare il regime agevolato per le partite Iva fino a 65 mila euro, eliminando i vincoli. Servono circa 100 milioni di euro. Sul fronte delle spese, al fondo famiglia sono destinati 600 milioni di euro mentre altri 140 milioni saranno destinati a Industria 4.0. Nessuna modifica, al momento, sulla questione di Quota 100, ma il tema sarà riproposto in Parlamento da Italia viva, che non ha intenzione di mollare sulla richiesta di abolire il provvedimento. “Per noi – ha ribadito Marattin – Quota 100 va abolita, se la nostra opinione non sarà condivisa dal Parlamento avremo la soddisfazione di aver fatto una battaglia in cui crediamo, non è che si fanno solo battaglie per vincere”.

Ultimo step martedì, dunque, poi la manovra dovrebbe arrivare in Parlamento

“Una buona notizia”, la definisce il viceministro dell’Economia Antonio Misiani lasciando la sede dell’esecutivo sottolineando che “sono state recuperate risorse per alleggerire il carico fiscale e credo che sia una ottima notizia per tante famiglie italiane”. Per questa operazione le risorse potrebbero venire dal settore dei giochi, “quando si ha la fortuna di vincere una somma è giusto che la tassazione sia congrua”, ha spiegato Luigi Marattin, di Italia Viva, lasciando Palazzo Chigi. Ok anche ai 600 milioni in più a favore delle famiglie e ai 140 milioni per rifinanziare Industria 4.0 (in tre anni saranno 420 milioni in più) e confermato il taglio del cuneo fiscale a beneficio dei lavoratori per il quale viene stanziato un fondo di 3 miliardi. Il governo sta lavorando anche “per individuare i 100 milioni necessari per confermare il regime agevolato per le partite Iva fino a 65mila euro, eliminando tutti i vincoli”, fa sapere la viceministra Laura Castelli. Ma ci sarà quindi l’ultimo giro di boa, l’impianto dovrebbe essere quello circolato negli ultimi giorni, poi il testo dovrebbe essere trasmesso al Senato. “Dal confronto sulla manovra notizie positive per il cambiamento di cui il Paese ha bisogno. Dalla parte delle persone, delle famiglie e delle imprese che chiedono più giustizia sociale perché solo cosi l’Italia cresce” scrive su twitter il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Gli fa eco il segretario di Articolo1 e ministro della Salute Roberto Speranza, “un’altra buona notizia per gli italiani nella #manovra di bilancio: la cedolare secca sugli affitti a canone concordato va al 10% in modo permanente. La questione sociale è al centro del nostro progetto di governo” scrive su Twitter. E Marattin conferma anche il giudizio del partito renziano, Italia Viva: “Il clima stavolta era ottimo”. Marattin ha ribadito che “per noi Quota 100 va abolita, se la nostra opinione non sarà condivisa dal Parlamento avremo la soddisfazione di aver fatto una battaglia in cui crediamo, non è che si fanno solo battaglie per vincere”. E dalla sponda sinistra del governo giunge il plauso di Loredana De Petris:  “sulla manovra c’è “piena coesione, un accordo sostanziale” tra le forze di maggioranza. Loredana De Petris di Leu, lasciando Palazzo Chigi aggiunge: “giovedì o venerdì dovrebbe essere presentata in Senato”.

Il vertice sulle riforme istituzionali

Saranno, con ogni probabilità, due i testi attraverso i quali gli alleati prevedono di arrivare all’approvazione di quel pacchetto di “contrappesi e garanzie” previsto dal documento siglato lo scorso 7 ottobre, prima dell’approvazione definitiva della riduzione del numero dei parlamentari. La road map è stata ipotizzata in un vertice di maggioranza oggi alla Camera. Domani, alle 12 in Senato, una nuova riunione servirà a ratificare il percorso immaginato oggi.In particolare, sarà attraverso un emendamento che la maggioranza presenterà a palazzo Madama al disegno di legge costituzionale per estendere il voto ai diciottenni al Senato, che si procederà a equiparare e fissare a 18 anni l’età minima per l’elettorato attivo e passivo nei due rami del Parlamento. Una nuova proposta di legge costituzionale, invece, dovrebbe essere depositata dalla maggioranza alla Camera per ridurre la platea dei consiglieri regionali che eleggono il presidente della Repubblica e l’omogeneizzare la base elettorale del Senato a quella della Camera, da regionale a circoscrizionale. Maggioranza concorde, poi, sulla necessità di modificare la legge elettorale. Il tema non è stato affrontato questa mattina e gli alleati sono concordi nel farlo a dicembre. “È stato un tavolo molto costruttivo. Credo che le scelte che verranno chiuse domani porteranno a ottimi risultati – dice sicuro il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà – C’è la volontà del Governo di proseguire in maniera stabile con riforme costituzionali stabili. È stata una riunione molto positiva, con interventi costruttivi. Un’ottima giornata di lavoro”. Il ministro si dice fiducioso anche sulla tenuta della maggioranza: “E’ determinata ad andare avanti. Lo è sempre stata e lo sarà nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Gli accordi presi si portano avanti. Vale per le riforme e per altri punti del programma”, confida.

Una nota critica giunge da Nicola Fratoianni, ex segretario nazionale di Sinistra Italiana

“Mi pare che il dibattito post elettorale sull’Umbria sia un po’ nevrotico Se qualcuno pensa di risolvere il problema di una sconfitta così pesante accusando chi c’era prima o bocciando alla prima prova patti sottoscritti, cioè parlando di tutto evitando di parlare dell’Umbria e delle scelte concrete e di cosa succede nel Paese, non va nella direzione giusta” afferma Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana-Leu, parlando con i cronisti a Montecitorio. “Dunque quel che mi sento di dire – prosegue il parlamentare di leu – è che bisognerebbe avere un po’ più di calma ma soprattutto uno sguardo un po’ più profondo sul Paese. Quale progetto ha questo governo per cambiare il Paese? Questo ancora non si vede, certo il governo si è formato da poco, ma i principali partiti che formano insieme a noi la maggioranza non possono rimanere lì fermi senza dare una risposta a questa domanda”.Infine, “le fibrillazioni in maggioranza sulla manovra? Se ognuno pensa di modificare qualcosa nella manovra semplicemente per alzare una bandierina, non ci siamo. Quello che a me pare manchi è una discussione sul respiro – conclude Fratoianni – da dare ad un’azione di governo che è necessario. Altrimenti la destra non si batte: non si batte con le formule astratte né con le nevrosi”.

 

Da jobsnews


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