Gli oltre 500 lavoratori che muoiono per infortuni sul lavoro e che ogni anno resuscitano

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Da 12 anni ho aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro era il 1° gennaio 2008 http://cadutisullavoro.blogspot.it e da allora ho constatato che addirittura c’è stato un netto peggioramento: erano 500 i morti sui Luoghi di Lavoro dal 1° gennaio all’11 ottobre del 2008, sono dal 1°gennaio 2019 a oggi 561, con un peggioramento del 10,5%. Chi parla di cali parla per sé, e non per quelle migliaia di lavoratori che sono spariti dalle statistiche: sono oltre 17000 i lavoratori morti da quell’anno per infortuni sul lavoro, da ormai un decennio lo scrivo a tutti: che i morti sul lavoro sono molti di più di quelli che diffonde INAIL: che quelle morti che diffonde sono solo denunce che gli arrivano dal territorio, e non è un monitoraggio che fa autonomamente quell’Istituto. Un terzo delle denunce, tra l’altro parziali, l’anno dopo non vengono riconosciute da quell’Istituto dello Stato come morti sul lavoro di loro competenza: ed è giusto così, visto che tantissimi morti sul lavoro non sono assicurati all’INAIL. Ma però non viene mai detto chiaramente. Ma chi rappresenta INAIL? Tutti i lavoratori italiani che muoiono lavorando? No, solo una parte di essi. Sarebbe opportuno che lo Stato crei un Istituto apposito che autonomamente monitori tutte le morti sul lavoro. Noi lo facciamo autonomamente da 12 anni. Ma purtroppo non abbiamo l’autorevolezza necessaria e ci sentiamo come Davide che combatte contro Golia: già anni fa il Giudice Guariniello chiedeva una Procura Nazionale per questo fenomeno che porta il lutto in migliaia di famiglie ogni anno. E neppure lui è riuscito a scalfire quella coltre di silenzio che c’è su questo fenomeno, con interessi enormi. È ora che i media vadano a vedere se quello che ho denunciato tutti questi anni è vero: la politica è troppo schierata e succube dei veri poteri forti che co sono in questo Paese. Mai ho sentito un politico, anche quelli che dicono di essere dei “cittadini” dire o fare qualcosa contro questa strage dimenticata: tantissimi militanti di Cinque Stelle hanno mandato mail o contattato i deputati e senatori di riferimento, ma nessuno di questi, anche quelli che sono nelle Commissioni Lavoro si sono mai fatti sentire. Eppure scrivo a tutti da anni, e le mail arrivano a tutti ogni mese: che i morti sul lavoro sono molti di più di quelli che vengono diffusi. Allora cari “cittadini” che avete anche il Ministro del Lavoro È possibile che a nessuno venga in mente e la voglia d’andare a vedere se è vera ch3e questa “bomba” sociale che sono le morti sul lavoro, spariscono come fantasmi? Possibile che a nessuno interessi la vita di oltre 500 lavoratori morti sul lavoro che con un colpo di genio e con una bacchetta magica spariscono dalle statistiche? Come giustificare del resto i miliardi di euro spesi sulla Sicurezza senza avere nessun risultato concreto? Come vengono spesi questi soldi della collettività? Chi controlla se vengono spesi bene o male? Chi muore lavorando in nero è un morto sul lavoro o no? I poliziotti morti a Triste sono da considerare morti sul lavoro o no? L’agricoltore che muore schiacciato dal trattore (già 121 quest’anno) sono da considerare morti sul lavoro o no? il lavoratore che va autonomamente a lavorare con un mezzo proprio e ha in itinere un infortunio mortale è da considerare morto sul lavoro o no? Chiediamo all’INAIL come li considera, se li mette tra i morti sul lavoro. Per me che li monitoro da 12 anni Si, sono morti sul lavoro che vanno inseriti come morti sul lavoro, allora si che si vedrebbe di cosa stiamo parlando e la vera dimensione del fenomeno. L’Osservatorio il 29 settembre ha anche fatto uno sciopero dal web per sensibilizzare gli italiani e in migliaia hanno aderito. Ma non basta, non bastano neppure gli oltre 2000000 di visitatori che sono venuti a visitare l’Osservatorio in questi 12 anni. Ma a forza di denunciare, denunciare e denunciare posso orgogliosamente dire che la sensibilità rispetto a 12 anni fa è enormemente aumentata. Lasciato solo da tutti, tolta l’amicizia da diversi fideisti e trafficoni di partito: e l’elenco è lunghissimo. Ormai ho 70 anni, ne avevo 58 quando mi sono imbarcato in questa avventura; mi volete fare un regalo prima che passi a miglior vita? Volete finalmente occuparvi di queste tragedie che sono le morti sul lavoro? Situazione ad oggi delle morti sul lavoro dall’inizio dell’anno a oggi 12 ottobre: sono morti complessivamente 1130 lavoratori (compresi i morti sulle strade e in itinere), di questi ben 561 sui luoghi di lavoro e oltre 1130 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere. il 30% di tutti i morti sui luoghi di lavoro (escluso itinere) ha oltre 60 anni, oltre il 30% muoiono in agricoltura, il 60% in questa categoria muoiono schiacciati dal trattore. Le cadute dall’alto dei tetti e delle impalcature sono la principale causa di morte in edilizia. L’autotrasporto è la terza causa di morte, a pari dell’Industria di tutte le categorie. Le industrie con più di 15 lavoratori hanno pochissimi morti sul lavoro e questo è merito degli industriali che collaborano coi sindacati, e che hanno un rappresentante della Sicurezza. I pochi morti nelle aziende più grandi sono tra i lavoratori che sono in “appalto” dentro l’azienda stessa. Questi lavoratori sembrano figli di un dio minore: per non avere gli stessi diritti dei dipendenti diretti. Il 15% dei morti sul lavoro sono stranieri. Ormai so a memoria le percentuali delle morti per infortuni sul lavoro: sono così tutti gli anni, senza nessun cambiamento. La Lombardia quest’anno, con 80 morti sui luoghi di lavoro e oltre 160 con l’itinere ha una situazione tragica con un aumento spaventoso rispetto al 2018.

Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro


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