Giacomo Matteotti, 95 anni fa il ritrovamento del corpo. La sua lezione oggi più utile che mai

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Il 16 agosto del 1924, 95 anni fa, a Riano in provincia di Roma viene trovato il cadavere di Giacomo Matteotti, il deputato socialista rapito il 10 giugno precedente dalle squadracce fasciste e probabilmente ucciso lo stesso giorno. Ricordarlo oggi è un esercizio di dolore eppure necessario nella democrazia che è nata dopo quella terribile fase della Storia di questo Paese. E ricordarlo è inevitabile, per certi versi, viste le moltissime (troppe) analogie sparse qui e lì ogni giorno che ci ricordano come il fascismo sia dietro l’angolo delle aggressioni, dell’intolleranza sui social e nella vita reale, nell’atteggiamento razzista e nelle frasi di alcuni ministri e politici pericolosamente simili a quelle dell’epoca in cui visse Giacomo Matteotti e nella quale fu “fatto sparire”. Fu lui stesso a comprendere la portata della sua denuncia in Parlamento quando in una duro intervento elencò i brogli che avevano portato al risultato elettorale, con la vittoria schiacciante del fascismo. E aveva detto e fatto anche dell’altro, come la ricostruzione del primo anno del regime, pubblicando il dossier “Un anno di dominazione fascista”. Ce lo ha ricordato su Internazionale Christian Raimo. Raccogliere dati con pazienza e puntualità certosina e poi renderli noti è un’attività che non va bene in dittatura e in quel momento storico si poteva essere duramente puniti per quel tipo di attività. E’ probabilmente per questa ragione che nella Costituzione antifascista nata dopo la guerra si è pensato e scritto un articolo ad hoc, l’articolo 21, che tutela la libertà di espressione anche quella sgradita e scomoda. Più diventa difficile difendere quell’articolo, più il ricordo di Giacomo Matteotti  è indispensabile.


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