“Una vita violenta” – di Thierry De Peretti

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Un omaggio a quei giovani che hanno pagato con la vita un periodo turbolento che ha funestato la Corsica negli anni ’90, e, nel contempo, una riflessione ed un invito al dialogo tra le diverse generazioni: l’ una, dimenticata, confusa, smarrita, violenta e sconfitta,  l’altra, viva e vegeta.

“Una vita violenta”, è il secondo lungometraggio ambientato in Corsica (dopo Apache) di Thierry De Peretti, classe 1970. Accolto con favore alla “Semaine de la Critique 2017” di Cannes, sarà nelle sale italiane, con grande ritardo, dal 23 maggio prossimo, distribuito da Kitchenfilm.

Il film è liberamente ispirato alla storia di Nicolas Montigny, un giovane militante dell’Armata Corsa (gruppo armato nazionalista creato nel 1999, d’ispirazione marxista, nato da una costola del Fronte di Liberazione Corso), assassinato a Bastia nel 2001.

Nicolas – Stéfane nella finzione cinematografica – clandestino a Parigi per sfuggire ad una condanna a morte decretata dei suoi nemici di lotta, decide di tornare in Corsica per prendere parte al funerale del suo migliore amico e compagno d’armi, Christophe, ucciso il giorno precedente. Con il suo ritorno a Bastia, Stéfane ripercorre gli eventi precedenti della sua vita che lo hanno condotto, lui, piccolo intellettuale borghese, dapprima alla piccola criminalità poi alla radicalizzazione politica quindi alla clandestinità. Il tutto in un contesto di rivalità tra le diverse fazioni politiche, alcune delle quali con forti legami con la criminalità organizzata e con la politica.

Secondo il regista, una pellicola che vuole testimoniare un periodo in cui: “Gli abitanti della Corsica della mia generazione sono stati tutti testimoni o protagonisti, a vari livelli, di violenza e omicidi, vendette, attentati, famiglie decimate. Tutti noi abbiamo avuto amici che hanno scelto il sentiero più impervio, incontrato persone sbagliate, oppure, senza mezzi termini, perdute le loro vite.”

Un film intenso, corale, disincantato, a tratti crudo, in cui lo spettatore ripercorre, insieme al protagonista,  un periodo della (nostra) storia recente contrassegnato dal fallimento dei sogni di un’intera generazione. Da vedere.


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