Una canzone techne per un’Odissea nella Catania ai tempi del Fascismo

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CATANIA – E’ il ritmo la cifra de “Il Muro. Cronachetta drammatronica di una civile apartheid” potente a solo, firmato e interpretato da Turi Zinna, con la regia di Federico Magnano di San Lio.

E’ il ritmo serrato della voce, dei suoni, delle immagini pulsanti su due pannelli su cui scorre la storia, affacciandosi inesorabile con Mussolini in preda ai suoi discorsi roboanti. E’ il ritmo dei manganelli, della miseria e del lusso, della pietà per gli umili, i reietti, i vilipesi eroi di una Catania dai risvolti comico-drammatici in piena era fascista. La scansione ritmica per voce recitante e musica, ora anche immagini in quest’ultima versione ha reso garbatamente ironica, intensa, toccante, una negletta vicenda tragi-comico-patetica nell’Italia fascista del 1937. Il giorno della visita di Mussolini a Catania, vittima di uno scambio di identità, Gioacchino Barbera, un povero barbiere dei bassifondi di San Berillo è atteso dai gerarchi fascisti. Il malcapitato, preso per un antifascista, vittima della becera violenza del Regime, sarà malmenato, riempito di olio di ricino, rilasciato.

Disgraziatamente il ritorno agognato a casa del derelitto, per l’urgenza di un bisogno fisiologico irrefrenabile, indotto dall’olio ingurgitato a forza, sarà impossibile, a causa dei muri di legno issati davanti alle miserie maleodoranti dei quartieri poveri per proteggere gli sguardi del Duce dal triste spettacolo della miseria e del degrado. Tra la vergogna e il dolore delle percosse e degli intestini, attraversa la città cercando disperatamente un bagno dove finalmente soddisfare le sue necessità, verrà in umiliante contatto e contrasto con la Catania bene nell’elegante Caffè Laurenti. Dovrà arrendersi. Nell’orrore di non riuscire a trattenere “il morto”, Gioacchino finirà per inondare i vestiti e la città intera del suo sconcertante, vischioso fardello, in un’epica evacuazione dai toni messianici, per poi finalmente sciogliere la sua umiliazione e il suo dolore in un poetico e beatifico bagno purificatore all’alba nel mare di Catania.

Un commovente gesto di libertà nel momento storico travagliato che l’Italia stava attraversando ci rivela in questa piccola storia tutto l’orrore della grande storia, come nella metodologia storiografica degli Annales, dove da un particolare si tendeva a ricostruire l’insieme. Il tessuto tecnologico che in una lunga e costante ricerca ancora una volta Turi Zinna ricama intorno alle sue pièce, impreziosendole e attualizzandole, sposta l’orizzonte ai confini del mito e della Techne, ultima dea. L’impasto dei vari linguaggi rende assolutamente pregnanti e affascinanti le trame , le porta su un piano dove passato e presente si incontrano per costruire percorsi suggestivi e di forte impatto artistico, sociale e umano. Il recupero della memoria dei diseredati si fa ritmo impellente. “Il muro” è uno spin-off tratto da “Ballata per S.Berillo” del 2001, che vanta ben tredici anni di repliche.

Autore, attore, regista dalle molteplici segnalazioni e riconoscimenti per le sue opere, Turi Zinna, in questa ultima edizione multimediale, come una partitura, mentre flette la sua voce dirige gli inserti audio e i video, che hanno ulteriormente arricchito e ispessito la struttura del monologo, evidenziando l’incontro immaginativo della performance polisemantica con l’innesto di materiali inquietanti ed evocativi. Un’occasione per gustare ancora una volta uno dei più significativi talenti siciliani della drammaturgia contemporanea.

IL MURO

Drammaturgia e azione drammaturgica di Turi Zinna

Con Turi Zinna

Musiche Giancarlo Trimarchi Fabio Grasso

Visual design Di Cristina Santangelo/Mammasonica Lab di Luca Pulvirenti

Scene Salvo Pappalardo

Direzione tecnica Aldo Ciulla

Regia Federico Magnano di San Lio

Produzione RETABLO

Con il supporto organizzativo di Associazione Trame di Quartiere

A Palazzo De Gaetani nel quartiere di San Berillo di Catania


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