Castel Romano, dalla cricca di “Mafia Capitale” all’esercito per trasformarlo in un ghetto vero

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Chi lo ha guardato almeno una volta passando sulla Pontina sa cos’è il campo rom di Castel Romano, un ghetto al lato della strada che porta al mare, a due passi dal centro commerciale scintillante dove anche i turisti vanno di proposito per fare shopping. E’ curioso: finora quasi nessuno si è accorto di chi ci vive o ha evitato di farlo. Fino al 2014 sembrava andare tutto bene, anzi benissimo per la cricca di “Mafia capitale” che, tra le altre cose, sui campi rom ci guadagnava. Adesso arriva la linea dura che non vuole eliminare ciò che rende quel campo un posto marginale e feroce, ma semplicemente manda l’esercito a sorvegliarlo e dunque sarà un ghetto vero.
L’Associazione nazionale rom ha lanciato un appello contro quella che definisce un’azione assurda e di pura barbarie, pur decisa nell’ambito di un apposito comitato convocato in Prefettura a Roma alla fine di febbraio. Per l’associazione rom siamo di fronte ad un “atto di guerra contro un’etnia che da 90 anni è vittima di persecuzione razziale in Italia”. Di qui l’appello a difendere gli “invisibili” di Castel Romano e scendere in piazza per evitare che questa storia passi inosservata. Il comitato per l’ordine pubblico, cui hanno partecipato il Prefetto e il sindaco di Roma, oltre al Ministro della Difesa, ha deciso di impiegare per il controllo del campo i militari della Brigata Sassari che verranno utilizzati per presidiare anche il campo di  Salviati. A Castel Romano vivono 1062 cittadini di etnia rom, sinti, camminanti e a Salviati ve ne sono altri 462, tutti in condizioni di totale esclusione sociale e di emarginazione. Spesso, soprattutto i bambini, contraggono malattie per mancanza di acqua potabile ed energia elettrica.
Questi campi sono stati istituiti da Roma Capitale e dallo Stato fuori dal centro urbano e così sono diventati luoghi di isolamento, dove moltissime famiglie sono, di fatto, relegate da dieci, anche quindici anni durante i quali le cose sono progressivamente peggiorate, fino a quando è arrivata la soluzione “militare”.
Come è scritto chiaramente nelle sentenze di  “Mafia capitale” i campi rom sono stati un centro di interessi, affari e speculazione politica, considerato anche il loro valore economico. L’Italia ha  ricevuto sette miliardi di euro dall’Unione Europea, per il periodo 2014-2020, fondi destinati all’inclusione sociale dei rom, sinti e camminanti, senza fissa dimora, vittime di tratta e schiavitù, minori stranieri non accompagnati. Un fiume di denaro letteralmente sparito. Ma c’è di più: l’invio dell’esercito davanti ai campi rom vanifica tutti gli intenti dei progetti comunitari di cui l’Italia ha già beneficiato. Una sorta di appropriazione indebita, pur non contestata.

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