L’assassinio nazionalista di Abramowicz non è il gesto di un pazzo – Lettera all’Ambasciata polacca

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l’assassinio del sindaco illuminato  Pawel Adamowicz ci ha colpiti in profondità. Non è il gesto isolato di un pazzo. La democrazia del suo Paese, vista da fuori, appare ogni giorno più indebolita e perseguitata sotto i colpi prima della propaganda nazionalista e ora dalla lama di un assassino. Che ha pensato di fare la cosa giusta uccidendo un uomo aperto e europeista come Adamowicz, ma indicato ogni giorno dal potere del Presidente  Kaczynski  come un pubblico nemico.

Chi sarà il prossimo ad essere colpito da uno squilibrato?   A morire per uno strano incidente d’auto?  A suicidarsi senza motivo? Forse  il sindaco liberale di Poznan,  Jacek Jaskowiak? O un’altra voce scomoda, che chiede più rispetto per le minoranze, mentre le libertà sanguinano sotto i colpi di un clima reazionario, alimentato da un clero oscurantista?
Szymon Wojtasik,
il nazionalismo è il tarlo della democrazia: toglie consistenza alle libertà che la vertebrano, senza dare nell’occhio, fino al cedimento improvviso nella dittatura. Noi non vogliamo questo destino per la Polonia, per l’amicizia che ci lega al suo popolo. Che ha dato al nostro continente un indelebile esempio di riscatto con la rivolta di Solidarnosc iniziata proprio da Danzica. La stessa città dove il sangue di Adamowicz l’ha macchiata.

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