Puglia, c’è anche il boss con la sua lista

0 0

di Tea Sisto

Un giovane reduce da guai giudiziari per varie rapine, Antonio Presta, figlio di Gianfranco, boss della Sacra corona unita “ex pentito” tornato a delinquere col suo “ragazzo” sino a perdere il programma di protezione, venne ammazzato da affiliati a un clan rivale.
E’ il 6 settembre 2012. Il Comune, generosamente, si accollò le spese del funerale: mille euro. Il sindaco partecipò alla cerimonia funebre. Sempre in quella città, venne incendiata una struttura mobile di proprietà comunale che era stata ceduta gratis a un altro pregiudicato, il quale lo aveva utilizzato come chiosco di street food (solo panini, per farla breve) pur privo di alcuna autorizzazione sanitaria.
Su intervento del sindaco, il locale distrutto dalle fiamme, venne ripristinato sempre a carico del Comune. Le spese dell’elettricità, sostenute dal gestore per abbrustolire i panini, venivano addebitate sul bilancio del Municipio. Il sindaco dell’epoca, Francesco Cascione, è di professione avvocato penalista. Il che non sarebbe un difetto se non fosse che molti dei suoi clienti, nonché cittadini da lui governati, sono affiliati alla Scu e che appalti e benefici vari venivano a loro elargiti. Sempre in questo paese, Cellino San Marco, in provincia di Brindisi, conosciuto perché ha dato i natali all’incolpevole cantante internazionale Al Bano, quello stesso sindaco subì serie di attentati, pare per motivi però personali. Succede tanto altro ancora, favori, assunzioni e così via.  Il 18 aprile 2014, il Consiglio comunale di Cellino San Marco fu sciolto con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell’Interno, per condizionamento mafioso. L’anno successivo l’ex sindaco Cascione fu arrestato assieme ad altre 13 persone tra le quali diversi politici. Il reato contestato era quello di corruzione su vari fronti.
Gallipoli, Surbo (per ben due volte nel giro del 27 anni), Parabita, Sogliano Cavour (in provincia di Lecce), Terlizzi, Modugno, Gioia del Colle, Trani, Monopoli (in provincia di Bari), Cellino San Marco (Brindisi), Monte Sant’Angelo e Mattinata (provincia di Foggia), Manduria (provincia di Taranto). Sono tredici in Puglia dal 1991 (cioè dall’entrata in vigore della legge 22 luglio 1991, n. 221) ad oggi, i Consigli comunali sciolti come conseguenza di fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso.
Poca cosa rispetto… Continua su mafie


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21