L’Italia conceda un permesso umanitario alla moglie di Soumaila

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Concedere al più presto un permesso umanitario per la giovane vedova di Sacko Soumaila, il migrante del Mali impegnato come sindacalista tra i braccianti di Rosario e ucciso nei giorni scorsi mentre stava aiutando due connazionali a raccogliere lamiere in un’ex fornace abbandonata da anni e sotto sequestro giudiziario.
L’Italia che ha saputo dell’impegno solidale avuto dalla vittima, per un futuro migliore di chi presta le sue braccia all’agricoltura italiana in cambio di salari miserabili, compia ora un gesto di riconoscenza per la famiglia del caduto che lascia oltre alla moglie anche una bambina di soli cinque anni.


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