Guardia di Finanza. Il ministro Tria: bene la lotta delle Fiamme gialle all’evasione fiscale. Si può fare di più. Elogi anche dal ministro Salvini ma, già che c’è, annuncia un condono generalizzato

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Di Alessandro Cardulli

“Chiudere da subito tutte le cartelle esattoriali di Equitalia per cifre inferiori ai 100 mila euro, per liberare milioni di italiani incolpevoli ostaggi e farli tornare a lavorare, sorridere e pagare le tasse”. È questa la notizia fornita dal ministro Matteo Salvini agli scriba che lo intervistavano nel corso della manifestazione celebrativa del 224° anniversario della fondazione della Guardia di Finanza. Tradotto, si tratta di un grande condono annunciato dal Salvini che ha rubato la scena come suo solito, al ministro  dell’Economia Giovanni Tria che  ha portato il saluto ufficiale del governo.

Non si sa se il presidente del Consiglio, Conte, il ministro Tria e quello dell’Interno, Salvini si erano dati appuntamento alla manifestazione celebrativa del 224° anniversario della fondazione della Guardia di Finanza. Comunque sia,  ormai pare la regola di questo governo. Il presidente del Consiglio, in genere, è molto avaro in fatto di dichiarazioni in diretta. In genere quando partecipa a qualche iniziativa esterna a Palazzo Chigi sembra aver bisogno di pause di riflessione, magari consultando qualcuno dei suoi consulenti. Magari il giorno dopo, proprio se ci è costretto ci fa sapere il suo parere. Il ministro Tria, in genere, quando partecipa a qualche iniziativa ufficiale si esprime in modo ufficiale, ci si scusi il bisticcio di parole, porta il saluto e il pensiero, si fa per dire, del governo. Si fa per dire perché il governo un “pensiero univoco” anche su problemi di grande importanza non riesce a metterlo insieme.

Il ministro dell’Interno come il prezzemolo, va ovunque,  parla da premier

Allora ci pensa il ministro Salvini, quello che è ovunque, come il prezzemolo, anche se non dovrebbe esserci, il quale, come le api e il miele, è un richiamo irresistibile per gli scriba i quali lo circondano, telecamere e microfoni, tanto lui qualcosa la dice sempre. Magari proprio nel momento in cui il rappresentante del governo porta il saluto ai partecipanti alla manifestazione. Salvini, uno che a colazione mangia pane e volpe, come dice un vecchio proverbio, il quale pensa che in fatto di furbizia non lo batte nessuno, si è esibito anche nel corso della manifestazione della Guardia di Finanza. “Onore alle Fiamme Gialle – ha detto agli scriba – che hanno scoperto mille grandi evasori per un valore di due miliardi e 300 milioni”.

Le Fiamme Gialle individuano  tredicimila evasori totali per 5,8 miliardi di Iva

I finanzieri hanno individuato quasi tredicimila evasori totali che in un anno e mezzo hanno evaso 5,8 miliardi di Iva. Anche il ministro Tria ha reso onore alle Fiamme Gialle. Ha preso atto dell’impegno delle Fiamme Gialle. 28 mila sono state le verifiche a carico delle persone e delle imprese considerate maggiormente a rischio di evasione fiscale. Poco meno di 23 mila i reati fiscali, tra cui: per il 67% emissione di fatture false, dichiarazione fraudolenta, occultamento di documentazione contabile. Diciassettemila i responsabili individuati, 378 dei quali finiti in manette. Nel settore delle accise, i 5.300 interventi conclusi dalle Fiamme gialle hanno portato al sequestro di oltre 18.400 tonnellate di prodotti energetici, cui si aggiunge un consumo in frode pari a circa 225 mila tonnellate. Negli ultimi 17 mesi, sono 6.361 i datori di lavoro verbalizzati per aver impiegato 30.819 lavoratori in “nero”. Nel comparto del gioco e delle scommesse, sono stati eseguiti oltre 6 mila controlli e concluse 352 indagini di polizia giudiziaria. Altro fronte caldo, gli appalti. Nel 2017 e nei primi cinque mesi di quest’anno, il valore degli appalti irregolari è di 2,9 miliardi di euro. Sono state denunciate oltre 6 mila persone, il 10% delle quali è finito in manette. “La corruzione – sottolineano le Fiamme Gialle – è solo la punta dell’iceberg di un insieme di inefficienze e sprechi di risorse di cui si rendono colpevoli persone che, operando nel pubblico, procurano danni all’erario”. Negli ultimi 17 mesi ne sono state individuate 8.400, responsabili di un danno erariale da 5 miliardi di euro.

Corruzione  e criminalità organizzata limitano le possibilità di crescita

Prendendo come base del suo intervento questi dati relativi all’evasione il ministro Tria ha detto che “il governo italiano si impegnerà a porre in essere iniziative di contrasto all’evasione e alle frodi, nella consapevolezza che solo da un contrasto efficace dell’illegalità possono derivare maggiori risorse per ridurre la pressione fiscale”, ancora “elevata”, e sostenere la crescita dell’economia. “Corruzione e  criminalità organizzata limitano le potenzialità di crescita dell’economia”, ha sottolineato. “Ci troviamo ad affrontare con determinazione queste sfide per favorire il potenziale di crescita in un momento in cui l’opinione pubblica avverte l’esigenza di maggiore coesione sociale”. Il ministro Tria, così come aveva affermato in Parlamento nel corso della discussione sul documento di Economia e Finanza, ha ribadito che “bisogna evitare un ulteriore indebitamento volto a finanziare la spesa corrente”. Mentre Tria teneva il suo intervento, molto prudente, anche alla luce dei dati sulla situazione della nostra economia, alla ricerca di risorse che sono necessarie a sostenere la crescita, Salvini, che qualcuno chiama lo “spaccone”, una offesa  al grande giocatore di biliardo  impersonato da Paul Newman il cui motto era “basta vincere”, chiamava a raccolta gli evasori. Tria stava giocando un’altra partita. Prendeva contatti con la Commissione Ue riaffermando “l’impegno del governo” a proseguire le riforme dell’Unione economica e monetaria, confermando “la centralità italiana nell’area euro” come hanno detto il vicepresidente Dombrovskis e il Commissario agli Affari economici, Moscovici. “L’Italia – ha detto il vicepresidente Ue – è tra i sostenitori più forti dell’agenda della riforma. Mi aspetto che contribuisca costruttivamente”. Per quanto riguarda l’intesa Berlino-Parigi, Moscovici dice che “ciò che conta è la volontà politica”. Chissà che ne pensano Salvini, lo spaccone, lui e i suoi amichetti, i quattro di Visegrad, forse diventati cinque capeggiati dal reazionario  Orban. Lo si vedrà presto, a fine mese quando si discuteranno le riforme dell’eurozona.

Da jobsnews


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