Bologna, al via il XV Congresso dell’Usigrai. Di Trapani: «Una legge per liberare la Rai dai partiti»

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Lorusso: «L’assalto alla Rai è l’assalto all’informazione». Sull’indipendenza del servizio pubblico è tornato anche don Luigi Ciotti, ospite della giornata. Prima dell’inizio dei lavori due visite ‘per non dimenticare’: alla stazione ferroviaria e al museo di Ustica. E in apertura il ricordo di Luciana Alpi. Giulietti: «Giusto ricordare, ma per costruire il futuro libero da mafie, corruzioni e stragi».
«Oggi più che mai torna al centro il tema dell’autonomia e dell’indipendenza della Rai servizio pubblico. Al governo del cambiamento lo diciamo con estrema chiarezza: esiste un unico cambiamento che attende il servizio pubblico: quello di una legge che finalmente liberi la Rai dal controllo dei partiti e dei governi». Questo il messaggio lanciato dal segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani in apertura dei lavori del XV Congresso del sindacato aziendale in corso a Villanova di Castenaso, nel Bolognese.

«Il nuovo Parlamento e il nuovo governo devono immediatamente fare una nuova legge di riforma – ha spiegato Di Trapani – perché tutte quelle precedenti hanno portato ancora di più l’azienda di servizio pubblico sotto il controllo del governo e della maggioranza parlamentare. Salvini ha detto: ‘Nomineremo noi vertici e direttori’. Questo è inaccettabile. Li vedremo alla prova dei fatti, ma l’attuale legge è sbagliata in natura perché porta direttamente la Rai sotto il controllo dei partiti».

I lavori del Congresso si sono aperti con un ricordo di Luciana Alpi, la mamma della giornalista del Tg3 Ilaria uccisa con l’operatore Miran Hrovatin in Somalia nel 1994, morta qualche giorno fa senza essere riuscita ad ottenere verità e giustizia per sua figlia.

Sempre all’insegna della memoria, prima dell’inizio del congresso, i rappresentanti dei giornalisti Rai hanno reso omaggio a due luoghi simbolo della storia di Bologna e dell’Italia: la stazione, dove ci fu la strage del 2 agosto 1980, e il museo di Ustica. «Un omaggio per dire che non esiste la possibilità di costruire un futuro che non sia ben ancorato alla memoria», ha osservato il segretario dell’Usigrai dopo la deposizione di una corona di fiori vicino alla targa in ricordo delle vittime dell’esplosione in stazione.

«È giusto ricordare – ha insistito il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti – ma per costruire il futuro libero da mafie, corruzioni e stragi. Abbiamo il dovere di ricordare questi luoghi perché non sono state garantite verità e giustizia e non lo dobbiamo solo ai familiari delle vittime, ma a tutti i cittadini: non avere verità e giustizia è un oltraggio alla dignità del Paese».

Alle commemorazioni erano presenti anche Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione delle vittime della strage di Bologna; Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione Familiari delle Vittime della Strage di Ustica; il sindaco di Bologna, Virginio Merola.

Ospite della giornata d’apertura del congresso, il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti. «Chiudere i porti italiani alle navi delle Ong con a bordo i migranti non è la soluzione. La speranza – ha detto – non può essere un reato. L’immigrazione è un atto di speranza dovuto alla disperazione di tanta gente. Dobbiamo chiedere alle Nazioni Unite e all’Europa di assumersi di più la propria parte di responsabilità, ma non si può respingere la fragilità, la fatica, la sofferenza, non si può stare tranquilli con la propria coscienza dopo aver lasciato per nove giorni centinaia di persone in balia di un porto da cercare».

Anche don Ciotti è tornato, infine, sul tema dell’indipendenza dell’azienda concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo. «Credo che la Rai, lo dico con rispetto ma non sono il solo a dirlo, farà un grande passo avanti quando si libererà o almeno limiterà l’influenza della politica. L’informazione è un bene comune e un bene comune non può essere condizionato o inquinato da interessi di parte», ha concluso.

«Il rinnovo della governance del servizio pubblico – ha detto Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – avverrà con una legge che non ci piaceva quando il governo Renzi l’ha promossa e non ci piace oggi che chi, in Parlamento, si oppose a quella legge si accinge ad applicarla. Condividiamo le preoccupazioni del presidente della Camera, ma temiamo che qualità e competenza resteranno fuori dal prossimo cda. Speriamo, ovviamente, di essere smentiti. L’assalto alla Rai è l’assalto all’informazione, che si vuole sempre più addomesticata e manipolabile. Vale per la Rai, ma vale per tutta l’informazione. In Italia come in Europa. L’informazione in Italia vive una crisi che dura da dieci anni, il lavoro è sempre più sottopagato e precario. Il precariato è nemico della qualità e della buona informazione. Servono percorsi di inclusione nel recinto dei diritti, delle tutele e delle garanzie di troppi giornalisti fuori dalla professione: vale per tutto il mondo dell’informazione, comprese le reti Rai, dove il giornalismo non è correttamente inquadrato. Devono capirlo gli editori, deve capirlo la Rai e deve capirlo il governo. L’informazione è un bene supremo per la democrazia. Difendere l’informazione significa difendere la democrazia e le sue istituzioni».


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