L’altra strada dei cattolici siciliani

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di Pino Toro

Accadde tutto nel giorno di una tragica Epifania. Il 6 gennaio del 1980, il presidente della Regione, Piersanti Mattarella, venne assassinato dalla mafia in via Libertà. Mattarella era l’uomo del rinnovamento, il democristiano che non accettava compromessi e che si rifaceva, con il suo approccio intransigente, alla tradizione più pura del cattolicesimo: quella che accetta il potere esclusivamente come servizio.
Chi lo uccise, voleva bloccare i fermenti di una rinascita possibile.
Accadde tutto, tutto almeno cominciò ad accadere in quel 6 gennaio. I cattolici siciliani furono idealmente convocati davanti alla macchina crivellata di colpi, una Fiat 132, che custodiva il corpo senza vita di un uomo retto, caduto per i suoi ideali. Lì crebbe, per la prima volta, il lievito di una ribellione che riguardò la chiesa e i fedeli siciliani.
Cosa era successo davvero? La presa di coscienza di una semplice e drammatica verità: non era più possibile indugiare, né restare in disparte. Un impegno civile convocava tutti. Anche l’omissione – in quello speciale frangente storico – avrebbe avuto il sapore della connivenza e della resa. Si voltò pagina e provammo a scrivere il primo capitolo di un’altra storia.
Si poneva subito un urgente problema politico: che declinazione operativa avrebbe avuto, per i moderati, la rinascita delle coscienze? La Democrazia cristiana non era più il luogo delle battaglie per la promozione umana. La Democrazia Cristiana degli anni Ottanta era ancora il partito di Salvo Lima e Vito Ciancimino, la sede di un potere cinico e colluso, con militanti privati del diritto di incidere e di cambiare l’inerzia di una vicenda idealmente e materialmente in declino.
Ecco perché molti cattolici scelsero un’altra strada che li condusse tra le braccia di un movimentismo non più reticente. Fu così che nacque l’esperienza di CxU, del movimento “Una Città per l’Uomo”. In parallelo, pure la Chiesa palermitana si risvegliò dal suo sonno pluriennale, avviando una pastorale di denuncia e di intransigenza.
Il cardinale Salvatore Pappalardo è il riconosciuto e storico protagonista di quella svolta.
Il 28 gennaio, pochi giorni dopo il delitto di Piersanti Mattarella, al Palazzo aricivescovile – una coincidenza non casuale – si tenne un seminario sul decentramento, sui quartieri, che aveva come tema ‘Una città a misura d’uomo’. Il 20 febbraio successivo la Commissione socio-politica della consulta diocesana per l’apostolato dei laici stilò un documento in cui erano rappresentate diverse istanze che poi avrebbero composto il canovaccio di riflessioni del movimento.
Il primo marzo si svolse una riunione organizzativa a Palazzo Buonocore, davanti Palazzo di città, a piazza Pretoria. CxU vide la luce ufficialmente il diciannove aprile di quel terribile 1980.
Era tutto nel segno di Piersanti, il presidente onesto che voleva abbandonare le zone d’ombra negli appalti, ridare fondamento etico all’agire politico e assumere la trasparenza come presupposto dell’amministrazione. Intanto, il centro studi dei gesuiti, “Pedro Arrupe”, guidato da padre Ennio Pintacuda, a cui poi si sarebbe aggiunto padre Bartololemo Sorge, forniva attrezzatura ideologica alla rinascita, indirizzandola verso l’apertura al laicismo più attento e sensibile.
In quegli anni, CxU, grazie specialmente all’elaborazione di padre Pintacuda, divenne il luogo di un incontro ricco di prospettive tra quei cattolici e quei laici che non accettavano di ammainare bandiera. E rilanciò l’esigenza di tornare a ricostruire un senso sul territorio, tra le case e le famiglie, sul campo, nelle periferie dimenticate.
Oltre al sottoscritto, c’erano padre Francesco Paolo Rizzo, Nino Alongi e Giorgio Gabrielli. Una lista, nel tempo, interminabile di altri uomini di buona volontà: Paolino Giordano, Michele Salamone, Sebastiano Mercadante, Giovanna Gioia, per citarne solo alcuni.
Nacque poi la “Scuola di formazione etico-politica “Giovanni Falcone”, l’Associazione di cultura ambientale “Paolo Borsellino” e tante altre iniziative per dire no alle stragi e per creare, soprattutto tra i giovani, una vera coscienza antimafia.
Alle amministrative del 1985 CxU ottenne due seggi. Nell’agosto del 1987, Città per l’Uomo costituì la cosiddetta ‘giunta anomala’ del comune di Palermo, ispirata dal sindaco Leoluca Orlando. Era l’incipit della stagione che sarebbe passata alla storia come la ‘Primavera di Palermo’.
Quali frutti abbia dato questa primavera è un tema storicamente e politicamente dibattuto. Ma è sempre utile ricordare l’ora in cui le coscienze, i cattolici e la chiesa stessa si risvegliarono, perché potrebbe succedere ancora. Accadde tutto il 6 gennaio del 1980, quando dalla disperazione sgorgò la speranza.

Da mafie


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