Sono un cittadino poli-partitico

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Voterò Liberi e Uguali, ma sono contento che ci sia Potere al Popolo, per la loro azione solidale nelle periferie. Così, come apprezzo l’impegno dei 5 Stelle per una politica depurata da privilegi e fortemente orientata al contrasto della corruzione. Del PD ammiro i militanti, le tante brave persone che non riescono ad abbandonare il partito, perché per loro coincide con l’impegno di anni e i ricordi di lotte giovanili. Stimo la Bonino, perché penso che il suo spessore ideale sia maggiore del sua ondivaga storia di schieramenti ambidestri.

Insomma, nonostante questo clima di contrapposizione, non smetto di vedere il positivo che c’è nella sinistra e dintorni, oltre il partito che più mi rappresenta. Anzi, penso che si possa essere più utili nel miglioramento del proprio campo, solo se ci sforzi nel  trovare punti di affinità extra-moenia, su cui costruire collaborazioni di cambiamento.
Questo significa spostare l’accento dalle identità ai programmi. Un’eresia, alla vigilia del voto.
Ma forse la sola via d’uscita da elezioni dove non vincerà nessuno, in un Paese che ha bisogno di tutto.

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