“La vedova Winchester”. Helen Mirren a Roma: “Per me la sua mente è un mistero”

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Helen Mirren è a Roma per presentare “La vedova Winchester”, pellicola con ingredienti destinati a un pubblico che ama il brivido. L’attrice premio Oscar definisce il film di cui è protagonista una ghost-story e non un horror, specificando che il personaggio da lei interpretato è realmente esistito. Si tratta, infatti, della statunitense Sarah Pardee Winchester, vissuta tra il 1839 e il 1922, moglie di Oliver Winchester, proprietario della nota ditta di armi. Sarah Winchester soffrì moltissimo per la morte del marito e della sua unica figlia.  Convinta che la propria famiglia fosse maledetta, si rivolse a degli spiritisti e si suppone che un medium le confermasse di essere perseguitata da coloro che erano stati uccisi dalla carabina Winchester: se non voleva lei stessa morire, le disse, doveva trasferirsi e costruire una casa che potesse contenere quei fantasmi. La vedova Winchester ereditò circa il 50% della Winchester Reepeating Arms Company, con una rendita giornaliera pari a 25.000 dollari odierni, decise di andare ad abitare in California, dove acquistò una costruzione che inizialmente ebbe otto stanze, poi ne fece edificare altre per trentotto anni di seguito, giorno e notte, fino alla sua morte.

In abitino scuro a grandi rose, vita stretta e gonna sciolta, capelli platino chiarissimo, Helen Mirren è una signora di gran classe. Molto solare e opposta al suo personaggio, che interpreta benissimo. Il premio Oscar dice di non credere ai fantasmi ma nel potere dell’immaginazione. Quando aggiunge che tutti i paesi che vendono armi sono colpevoli e, sebbene il film sia puro intrattenimento sarebbe lieta se muovesse qualche riflessione, la stampa applaude. Afferma che per quanto si sia calata nel ruolo e abbia percorso la casa cercando di captarne il mistero, la mente di Sarah Pardee Winchester rimane per lei un enigma irrisolto.

Nei fatti la prima parte, quella in cui uno psichiatra è chiamato a stilare una perizia sullo stato mentale della vedova, fa desiderare la soluzione dell’enigma. L’ambientazione seduce: 500 incredibili stanze, un labirinto inimmaginabile, tanto che oggi è un’attrazione per turisti. Il film affascina fino al momento in cui i fratelli Spierig attingono alla leggenda senza calcare la mano, raccontano i tic autentici della vedova Winchester: che fosse, ad esempio, appassionata al numero tredici e lo facesse entrare in modo magico nella sua struttura. Quando però la storia vira verso il fantastico – con spiriti, demoni, entità misteriose, apparizioni, ombre reali più che proiezioni di una mente malata – nulla appare più intrigante e plausibile, generando una decisa caduta dell’attenzione, almeno in un pubblico adulto.


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