“Il giornalista mette il sale sulla coda di chi comanda”. Intervista al tutor Paolo Mondani

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Spesso i giornalisti, soprattutto i più giovani, si trovano da soli ad affrontare un lavoro ingestigativo complesso per il quale sarebbe, in molte occasioni, utile il confronto con giornalisti di maggiore esperienza. Per questo il nostro premio ha scelto di offrire a chi arriverà in finale la possibilità di essere supportati nella realizzazione del proprio progetto da un giornalista di grande esperienza. Oggi vi presentiamo Paolo Mondani che ha accettato di essere tutor della settima edizione. Dal 2003 inviato e coautore di Report, Paolo Mondani realizza inchieste su grandi temi di attualità. Con questa intervista scopriamo come è nata la sua passione per il giornalismo investigativo, come intende ricoprire il ruolo di tutor e cosa si aspetta dagli under31. Ricordiamo a tutti che il bando del nostro premio scade il 15 gennaio 2018.

Perché ha accettato il ruolo di tutor del Premio Morrione? Che cosa significa per Lei?
Perché lo scambio di esperienze tra generazioni è il sale del nostro mestiere, ma ormai è cosa rara, se non estinta. La nostra professione è in declino, anche a partire dall’aspetto umano. Autoreferenzialità e narcisismo tengono banco ovunque. Sedersi al tavolo ed ascoltarsi, costruire un fare collettivo: per questo ho accettato il ruolo di tutor.

Cosa si aspetta dal giovane under 31 che seguirà nella realizzazione della inchiesta?
Che abbia un punto di vista e che, possibilmente, sia in disaccordo con il mio.

Quando ha capito che la sua professione sarebbe stata quella giornalistica?
Intorno ai 24 anni, quando ho scoperto che il giornalismo non è altro che il proseguimento della politica con altri mezzi. Parlo di un giornalismo che sappia mettere il sale sulla coda di chi comanda, chiunque comandi.

C’è una inchiesta che considera un esempio da seguire? Se si, quale e perché?
Le inchieste buone che potrei segnalare sono molte e questo perché i giornalisti di razza in Italia ci sono. Sparsi un po’ ovunque.

Cosa consiglia a chi in questo momento sta scrivendo il progetto di inchiesta per il nuovo bando?
Consiglio di non smettere mai di avere fame, anche dopo il Premio Morrione. Tutti sanno cosa significa nel gergo calcistico avere fame: non demordere mai e guardare avanti. Ad un giornalista, giovane o vecchio che sia, serve quel sacro fuoco: un mix di passione, incazzatura, intelligenza, sfrontatezza, creatività. Sennò è meglio lasciar perdere.


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