Povertà, l’appello: “Più risorse per ampliare azione del Rei”

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Appello dal mondo cattolico. Acli, Azione Cattolica Italiana, Caritas Italiana, Comunità di Sant’Egidio e la Federazione Società di San Vincenzo De Paoli chiedono a governo e Parlamento un maggiore impegno economico nella legge di bilancio. “Con lo stanziamento attuale 62% dei poveri ne rimarrà escluso”

ROMA – Contro la povertà serve un ulteriore impegno di governo e Parlamento per incrementare nel modo più ampio possibile le risorse nella prossima legge di bilancio. A chiederlo a gran voce sono le Acli, l’Azione Cattolica Italiana, Caritas Italiana, Comunità di Sant’Egidio e la Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli che in un comunicato congiunto sottolineano come i segnali di ripresa economica “non devono fare dimenticare che in Italia vivono in povertà assoluta 4,75 milioni di persone, pari al 7,9 per cento della popolazione”. Povertà che è “ancora un dramma che sottrae diritti e futuro a una quota rilevante della popolazione nel nostro paese”.

A pochi mesi dall’avvio del Reddito di inclusione, a cui le cinque organizzazioni riconoscono il ruolo di “straordinaria innovazione strutturale che riprende numerosi aspetti della proposta dell’Alleanza contro la Povertà in Italia, nella lotta alla povertà”, serve quindi un maggiore sostegno economico da parte delle istituzioni. “La prossima Legge di Bilancio può rappresentare un altro passaggio storico della lotta alla povertà nel nostro Paese – si legge nel comunicato -, in quanto lo stanziamento attuale rende possibile includere solo 1,8 milioni di individui, cioè il 38 per cento del totale della popolazione in povertà assoluta: pertanto, il 62 per cento dei poveri ne rimarrà escluso. In particolare il 41 per cento dei minori in povertà assoluta non sarà raggiunto dalla misura”.

L’incremento del Fondo per la lotta alla povertà, spiegano le organizzazioni del mondo cattolico, devono poter permettere di “includere una quota più rilevante di famiglie”, “avviare una politica per la famiglia nel nostro paese” e infine “sostenere la crescita, anche nei contesti territoriali ove la ripresa è meno incisiva”. Per le organizzazioni, la lotta alla povertà “deve essere riconosciuta come una priorità ineludibile per il nostro paese, per poter uscire davvero e tutti dagli effetti della crisi economica. Questo obiettivo chiede un impegno condiviso dalle forze politiche e sociali per i prossimi anni, tale da riconoscere piena ed effettiva cittadinanza sociale ed economica a tutti, contribuendo ad una crescita inclusiva dei nostri territori. Non perdiamo un’occasione per rendere più giusto, più solidale e meno diseguale il nostro paese”.

Da redattoresociale


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