In Yemen muore un bambino ogni dieci minuti nell’indifferenza globale sul conflitto

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Ogni dieci minuti in Yemen muore un bambino per denutrizione, diarrea o infezioni respiratorie. In totale i piccoli a rischio sono oltre 2,2 milioni e cinque volte tanti hanno bisogno di aiuto. Intanto il conflitto in atto nel Paese continua a fare vittime ma nessuno ne parla.
La situazione è talmente grave che Medici senza frontiere nei mesi scorsi ha deciso di sospendere le attività in molte strutture in cui prestava assistenza. E, ora che lo scontro tra le forze dell’esercito governativo yemenita, fedeli al presidente Abd Rabbo Mansur Hadi, e gli insorti zaiditi dell’imam Abdelmalik al Houthi sta diventando sempre più cruento, non può che peggiorare.
Solo ieri, mentre si consumava la battaglia nelle provincia di al Hujja, al confine con l’Arabia Saudita, e di al Daliya nel sud, che si è conclusa con la supremazia dell’esercito di Mansur, le vittime sarebbero state centinaia.
I governativi stanno avanzando a nord di Sana’a e sono nei dintorni del capoluogo. Dopo aver conquistato una serie di aree strategiche, l’obiettivo dei militari è quello di liberare la zona di confine dai ribelli per impedire nuovi attacchi missilistici contro il regno arabo.
La guerra in Yemen rappresenta uno dei nodi fondamentali per il futuro della regione mediorientale, non solo per la lotta tra i sauditi e l’Iran ma anche per lo scontro tra Washington e Teheran. Non a caso il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Jim Mattis, ha visitato la scorsa settimana Arabia Saudita, Egitto e Israele, facendosi portatore di un “messaggio rassicurante” dell’amministrazione del presidente Donald Trump per fugare i dubbi dei suoi alleati regionali, soprattutto sul dossier iraniano.
L’operazione militare iniziata nella primavera del 2015 con l’intento di dare sostegno al presidente Hadi, la cui legittimità è riconosciuta dalla comunità internazionale, è guidata dall’Arabia saudita.
In base alle stime più recenti delle Nazioni Unite il numero dei morti dall’inizio del conflitto, nel 2014, è di circa 10 mila persone, cifra che per stessa ammissione dell’Ufficio per gli affari umanitari dell’Onu è al ribasso.
La guerra ha letteralmente devastato lo Yemen, il più povero del mondo arabo.
Circa 19 milioni di persone, l’80 per cento della popolazione, necessita di aiuti umanitari, mentre gli sfollati hanno superato i 3 milioni.
Come in Siria, anche questo è un conflitto che non mostra alcun rispetto per il Diritto Internazionale Umanitario. Le strutture sanitarie e i bisognosi di cure, nonostante l’ok unanime del Consiglio di sicurezza alla risoluzione delle Nazioni Unite che chiedeva di porre fine a questo genere di attacchi, sono presi costantemente di mira dalle parti coinvolte che continuano a non rispettare il personale medico e i pazienti.
Gli yemeniti continuano a essere uccisi e feriti nei luoghi in cui dovrebbero essere curati. Il conflitto sta avendo un peso e conseguenze sproporzionate sui civili.
Dall’estate scorsa gli scontri e le operazioni militari e i raid aerei si sono ulteriormente intensificati, rendendo le attività umanitarie quasi impossibili.
Il tutto in un assordante silenzio globale.


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